Sono molte le previsioni che vengono fatte in merito al futuro del settore dell’Istruzione e della Formazione. Anche il report “Uomini e Macchine”, realizzato dall’Economist Intelligence Unit e sponsorizzato da Ricoh, si interroga su come la tecnologia stia cambiando l’ambiente formativo. Tra le opinioni raccolte nel report vi è quella di Sebastian Thrun, professore di Artificial Intelligence alla Stanford University degli Stati Uniti, che pensa che le lezioni in aula fisiche siano destinate a diventare sempre meno frequenti, specialmente a livello universitario, come conseguenza della diffusione maggiore dei corsi online, conosciuti anche come Mooc (Massive Online Learning Courses). Altre personalità di spicco, come ad esempio Patrick McGhee, Vice-Chancellor della University of East London nel Regno Unito, affermano invece che l’apprendimento on line non può sostituire l’esperienza reale e condivisa che è fondamentale nella formazione.
In ogni caso, risulta chiaro che la tecnologia sia centrale per il futuro del settore dell’Istruzione, aiutando le università e gli istituti scolastici a migliorare la gestione delle informazioni e a elevare gli standard di insegnamento. Molte organizzazioni di questo settore stanno faticando a tenere il passo con i cambiamenti guidati dalla tecnologia.
Il “Ricoh Document Governance Index 2012” ha messo in evidenza che la maggior parte dei manager di questo settore crede che le modalità di lavoro siano ormai superate. L’88% degli intervistati afferma che questo non consente di raggiungere i livelli di efficienza che si potrebbero invece ottenere con un conseguente impatto negativo sulla qualità dei servizi educativi.
La mancanza di innovazione delle modalità operative non è causata dalla carenza di tecnologie, dal momento che molte scuole e università stanno effettuando investimenti significativi. Nel Regno Unito, ad esempio, vengono spesi ogni anno 450 milioni di sterline per l’acquisto di sistemi tecnologici come ad esempio le lavagne interattive e i tablet pc. Il 73% dei manager del settore dell’Istruzione afferma che la propria azienda struttura in nuove tecnologie prima di aver sfruttato a pieno il potenziale di quelle già esistenti. Ciò significa che è difficile accedere in tempo reale a informazioni fondamentali quali i voti e le presenze degli studenti a discapito dei servizi scolastici.
Le sfide e gli ostacoli da superare sono ben noti a tutto il settore dell’Istruzione: il 77% dei manager afferma che le potenzialità dei sistemi di front-office sono frenate dalla presenza di sistemi di back-office non più aggiornati. Ciò significa che le informazioni non sono correttamente integrate e risultano quindi di difficile accesso.
Le organizzazioni del settore dell’Istruzione devono quindi riuscire a mantenere un approccio completo e integrato quando si tratta di effettuare investimenti tecnologici. Questo significa partire da un’analisi dell’infrastruttura esistente per capire se risponde alle esigenze degli insegnanti, degli studenti e degli uffici amministrativi. In questo modo è possibile individuare i “colli di bottiglia” e implementare processi innovativi per migliorare l’accesso alle informazioni e la loro condivisione tra i differenti dipartimenti.
Coloro che saranno in grado di tenere il passo con i cambiamenti tecnologici raggiungeranno traguardi importanti. L’ottimizzazione dei processi e dei documenti consente alle organizzazioni di utilizzare i Big Data e l’analisi delle informazioni per personalizzare i percorsi formativi sulla base delle esigenze degli studenti, dei corsi che frequentano e delle aree di miglioramento. Realizzando un modello più interconnesso, il settore dell’Istruzione può migliorare la collaborazione e fornire servizi educativi più efficaci sia in aula sia in ambienti virtuali. Inoltre, per le organizzazioni sarà più semplice e immediato ottimizzare gli investimenti tecnologici e tenere il passo con il cambiamento che in futuro sarà sempre più rapido.
Luca Tomelleri, Communication Manager di Ricoh Italia (www.ricoh.it)