John Gazal, Vice President Sud Europa e Brasile, OVHcloud, spiega in questo articolo a sua firma perché il progressivo affermarsi del PaaS (Platform as a Service) può aiutare il reparto IT a gestire il contenimento della spesa IT.
Il quadro macroeconomico in cui le aziende italiane si trovano a operare pone parecchie sfide in termini di efficienza, ottimizzazione degli investimenti e contestuale capacità di cogliere nuove opportunità di business. Questo scenario di parziale incertezza pare però, fortunatamente, non incidere sulla volontà di investimento in innovazione, come emerge da un recente report realizzato da Ernst & Young, secondo cui il 50% dei CEO italiani prevede di dedicare budget significativi all’adozione di tecnologie abilitanti. Un segnale confortante, che segna un’importante inversione di tendenza e un fondamentale cambio culturale, tanto più che a livello globale “solo” il 39% dei responsabili aziendali esprime la stessa intenzione. Una posizione che sottolinea l’intenzione delle nostre imprese di accelerare nella transizione digitale, in particolare attraverso gli investimenti in analytics e cloud computing.
Concentrandosi sul mercato del cloud è importante segnalare come questo appaia in costante crescita nel nostro Paese: nonostante sia ancora rilevante la percentuale di infrastrutture on premise, il passaggio al cloud pubblico e privato, in modalità ibrida o multi-cloud, sembra essere oggi la scelta intrapresa dalla maggior parte delle aziende. Alla fine del 2022, infatti, il mercato italiano del cloud si è consolidato, superando i 4,5 miliardi di euro, con una crescita del +18%. Nello specifico, il public & hybrid cloud, ovvero l’insieme dei servizi forniti da provider esterni e l’interconnessione tra cloud pubblici e privati, evidenzia la dinamica di incremento più significativa, per una spesa di 2,95 miliardi di euro, in crescita del +22% sul 2021.
Nonostante gli indubbi vantaggi che inducono le aziende a valutare il passaggio al cloud, tra cui una maggiore efficienza dei sistemi, si deve considerare anche una serie di potenziali ostacoli, che riguardano in particolare le organizzazioni meno strutturate. Tra questi rientrano la complessità della migrazione, legata ad esempio alla mancanza di team specializzati e il relativo costo, la sicurezza dei dati e la conformità alle normative.
Proprio nell’ottica di una più semplice ed economicamente sostenibile migrazione è nato il PaaS: un’evoluzione nell’utilizzo del cloud che offre una piattaforma ready to use sulla quale l’utente può installare, configurare ed eseguire le proprie applicazioni. Questo modello di cloud computing è ospitato sull’infrastruttura del provider, responsabile della gestione dell’hardware, del livello di virtualizzazione e del sistema operativo. Il PaaS racchiude in un’unica offerta funzionalità congiunte di storage, DB as a Service e Kubernetes: un insieme di componenti che permettono la creazione più rapida di applicazioni innovative, esattamente ciò che gli utenti chiedono a gran voce ai player del settore.
Il PaaS permette, inoltre, alle aziende di sfruttare tutti i vantaggi del cloud su scala più ampia: dallo sviluppo e implementazione di applicazioni semplici ed economiche, all’alta disponibilità di risorse su richiesta in caso di picchi di lavoro, oltre a scalabilità e facilità di migrare al modello ibrido. Tutto ciò si traduce in una maggiore produttività per le organizzazioni, che possono offrire ai loro team una piattaforma automatizzata per svolgere i workload quotidiani senza doversi occupare di tutte quelle attività legate alla gestione operativa. Questi benefici appaiono oggi più chiari agli occhi dei decisori aziendali, come dimostrato anche da una recente previsione di Gartner, che ha stimato una crescita continua di PaaS e Software-as-a-Service (SaaS) rispettivamente del 23,2% e del 16,8% nel 2023.
Un ulteriore e fondamentale elemento da prendere in considerazione riguarda i risparmi che è possibile conseguire adottando un approccio PaaS: se è vero, come precedentemente sottolineato, che gli investimenti in IT sono previsti in crescita, non per questo si può trascurare l’esigenza di ottimizzare i budget e garantire un elevato ROI.
In questo senso un’analisi di Hackett Group evidenzia come il ricorso a provider esterni garantisca risparmi medi dell’ordine del 14% per chi sceglie un modello PaaS.
Alcune possibili limitazioni del modello PaaS e come la proposta OVHcloud contribuisce a superarle
OVHcloud ha intrapreso da diversi anni un percorso che prevede una migrazione per i clienti sempre più veloce ed efficace al multicloud, grazie a un’offerta in grado di competere ad armi pari con quelle degli hyperscaler d’oltreoceano e non solo. Nell’ambito di questa proposta, il player leader europeo del cloud rende disponibile un cloud PaaS – a costi altamente competitivi e sempre prevedibili – che enfatizza le caratteristiche di flessibilità, semplicità, scalabilità e alta disponibilità di questo approccio. A ciò si aggiunge il legame che il PaaS ha con il tema cruciale della sovranità digitale e della protezione dei dati. La sicurezza, come abbiamo visto, è uno dei potenziali elementi di preoccupazione sul percorso che conduce alla scelta di migrare al cloud in generale e al PaaS in particolare. OVHcloud, pienamente consapevole della centralità della questione per gli utenti, gestisce app e PaaS all’interno del proprio datacenter in una region a scelta del cliente, con alta disponibilità e zona di sicurezza secondo le norme GDPR. Allo stesso modo l’integrazione con i servizi e le infrastrutture esistenti può essere una sfida che OVHcloud affronta grazie al suo ecosistema di soluzioni PaaS pronte e ospitate nei DC sparsi per il globo. Infine, c’è la questione del vendor lock- in, poiché i requisiti tecnici e di business che guidano le decisioni per una specifica soluzione PaaS potrebbero non essere più validi in futuro e se il provider non ha previsto politiche di migrazione convenienti, il passaggio a opzioni PaaS alternative potrebbe non essere possibile senza ripercussioni sull’azienda e sul suo business: in questo senso, OVHcloud opera con un approccio Open Cloud, senza alcun vincolo per il cliente. Un ulteriore aspetto fondamentale nella vision di OVHcloud che si riflette nella proposta PaaS è il focus sulla sostenibilità: un impegno che si concretizza non solamente nel PUE più basso del settore (1,28 vs una media di 1,5) per i propri datacenter, ma anche in un’attenzione costante rispetto alla riduzione complessiva dell’impatto ambientale dell’intera supply chain.
L’insieme di queste caratteristiche ha fatto sì che le oltre 80 soluzioni PaaS sviluppate da OVHcloud in meno di tre anni abbiano riscosso un notevole successo tra i nostri clienti, spingendo molti di loro ad abbracciare questo approccio.
L’adozione del modello PaaS può certamente, come evidenziato attraverso i numerosi benefici sopra elencati, favorire quel processo di digital transformation che molte delle aziende italiane hanno intrapreso o si apprestano a perseguire, garantendo la possibilità di disporre di risorse economiche e umane – precedentemente destinate alla gestione dell’infrastruttura IT – capaci di supportarne la competitività e l’espansione del business.