E’ molto semplice identificare un utente mobile a partire da informazioni pubblicamente accessibili. Lo sostiene uno studio condotto da un gruppo di ricerca del Massachusetts Institute of Technology e dalla belga Université Catholique de Louvain, che lanciano l‘allarme sul tema privacy da dispositivi mobile.
I due gruppi di studiosi hanno infatti messo insieme le proprie conoscenze per sintetizzare una formula matematica per la valutazione della privacy, che sperano possa fungere da incentivo agli esponenti politici affinchè approvino leggi maggiormente incisive per la salvaguardia della riservatezza degli utenti. Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports del Nature Publishing Group e si è basato sull‘analisi di comunicazioni e dati mobile riferiti a 1,5 milioni di utilizzatori nell’arco temporale di 15 mesi.
La ricerca ha dunque scoperto che bastano solo quattro punti spazio-temporali per identificare un utente con ben il 95% di successo. Lo spazio-temporale è rappresentato da un luogo e un momento preciso in cui può trovarsi un utilizzatore, mentre, per quanto riguarda i dati mobile presi in esame, si riferiscono a quelli pubblicamente accessibili, come indirizzo postale, luogo di lavoro, messaggi sui social network. La formula elaborata si occupa di correlare i quattro punti spazio-temporali al fine di identificare l’utente da mobile e la riduzione nella risoluzione dei punti non è sufficiente a garantire la non-tracciabilità. Lo spunto di riflessione lanciato ora dai ricercatori ai politici è “come usare i dati per bilanciare le cose e renderle eque per tutti?”.