All’interno del suo nuovo Monthly Threat Report riferito al mese di marzo, NTT è tornata a ribadire l’importanza di una strategia zero-trust efficace alla luce delle recenti violazioni a SolarWinds, della diffusione del lavoro remoto e dell’evoluzione del cloud durante i diversi periodi di lockdown.
Il Monthly Threat Report realizzato dal Global Threat Intelligent Center di NTT e dedicato all’analisi delle nuove minacce informatiche ha l’obiettivo di offrire una panoramica sulle tendenze della cybersecurity e di approfondire gli argomenti più attuali e recenti.
Il report di marzo prende in esame l’elemento zero-trust e i diversi impatti all’interno di un’organizzazione, focalizzandosi su quanto emerso nell’eBook recentemente pubblicato da NTT in collaborazione con Cisco.
I diversi ambienti lavorativi, incluso il lavoro a distanza, costringono le organizzazioni a prendere in considerazione differenti modalità per proteggerli. Allo stato attuale, le aziende non solo devono tenere il passo con le mutevoli esigenze di mercato e le richieste interne ed esterne, ma anche con le diverse vulnerabilità e i differenti attacchi che prendono di mira la rete.
La creazione di un ambiente zero-trust può essere un percorso efficiente per supportare e raggiungere la resilienza necessaria.
Strategia zero-trust a protezione anche (e non solo) del comparto sanitario
Il rapporto fornisce anche una panoramica sulle crescenti minacce informatiche rivolte all’intero comparto sanitario. Durante la pandemia, gli attacchi informatici a discapito dell’assistenza sanitaria sono aumentati e si sono evoluti. Queste minacce purtroppo hanno un duplice obiettivo: sottrarre i dati sensibili delle organizzazioni sanitarie ed estendere tali minacce alla salute e al benessere delle persone che le organizzazioni sanitarie stanno cercando di tutelare.
Infine, tali violazioni non mettono a rischio solamente le strutture sanitarie e la salute dei pazienti. Un recente attacco informatico contro un impianto di trattamento dell’acqua ha cercato di aumentare il flusso di sostanze chimiche utilizzate per elaborare i contaminanti nell’impianto. Se l’attacco non fosse stato fermato, avrebbe potuto avvelenare l’acqua destinata al consumo umano.