Di seguito condividiamo l’intervento di Alessandro Manfredini, Presidente di Aipsa, l’Associazione nazionale dei Security Manager, davanti alla Commissione Difesa della Camera dei Deputati, in cui parla del ruolo dei Security Manager nella sicurezza nazionale.
“Se vogliamo rafforzare la sicurezza nazionale è necessario sviluppare una sinergia sempre più stretta tra gli organismi della pubblica difesa e le funzioni di sicurezza delle aziende private, a cominciare da quelle che gestiscono infrastrutture critiche e servizi essenziali. Questa necessità deve diventare una priorità per la politica”, dichiara il Presidente di Aipsa.
Due gli interventi prioritari indicati da Alessandro Manfredini:
- Prevedere una presenza fissa di alcuni rappresentanti delle imprese private che gestiscono le infrastrutture critiche (trasporti, finanza, energia, telecomunicazioni, ecc..) sia all’interno della Conferenza per la resilienza dei soggetti critici (CRSC), istituita con il Decreto di recepimento della Direttiva europea CER, sia negli organismi istituzionali previsti dalla norma di recepimento della Direttiva NIS2, approvate entrambe in agosto dal Parlamento.
- Istituzionalizzare il ruolo del Security Manager, riconoscendolo non solo come soggetto incaricato a gestire i processi di sicurezza aziendale, ma anche a mantenere i rapporti con le Autorità.
“Il rapporto tra i Security Manager e le istituzioni preposte alla Difesa del Sistema-Paese”, sottolinea Alessandro Manfredini, “deve essere bidirezionale. Le informazioni e le notizie di eventuali incidenti o intrusioni cibernetiche in strutture delicate devono circolare rapidamente e arrivare a tutti i soggetti interessati, di modo che sia la Pubblica amministrazione, sia le imprese private possano adottare misure di contrasto. Una gestione della crisi che, per essere efficace, deve essere sinergica”.
“Per arrivare all’obiettivo, tuttavia”, conclude il Presidente di AIPSA, “occorre che i Security Manager siano istituzionalizzati, prevedendo percorsi formativi e aggiornamenti continui per rimanere al passo con minacce sempre più difficili da inquadrare e prevedere. Un risultato che potrebbe essere ottenuto anche attraverso politiche fiscali di sostegno alla formazione permanente. Nella consapevolezza che si tratterebbe di un investimento nella sicurezza nazionale”.