Secondo una nuova ricerca Sharp: le minacce informatiche preoccupano sempre di più le PMI europee: un terzo di esse sono colpite da virus informatici ma il 56% di esse comunque non aumenterà gli investimenti per la sicurezza. In Italia quattro aziende su dieci (28%) sono più preoccupate delle minacce informatiche rispetto a un anno fa. Nonostante siano più preparate, due terzi delle imprese europee e poco più della metà di quelle italiane (68% Europa, 52% Italia), esprimono ancora forti timori.
La ricerca Sharp ha rilevato che circa un terzo delle pmi europee intervistate è stata vittima di un attacco informatico. Le violazioni più comuni sono: virus informatici (33% Europa, 35% Italia), phishing (32% Europa, 37% Italia), malware (31% Europa, 37% Italia) e perdita di dati (31% Europa, 29% Italia).
Inoltre, in Europa, il 26% delle aziende (23% Italia) ha subito tentativi di violazione delle password e circa il 26% (20% in Italia) ha avuto problemi di sicurezza del cloud. Emerge che il 68% delle pmi europee (in Italia il dato scende al 52%) non ha fiducia nella capacità della propria azienda di affrontare e mitigare i rischi per la sicurezza. Nonostante ciò, sorprendentemente, oltre la metà (56%) delle piccole imprese europee dichiara che il budget per la sicurezza informatica quest’anno non verrà aumentato.
La ricerca ha coinvolto 5.770 professionisti di PMI europee, responsabili acquisto in aree IT, intervistati sulla fiducia nelle potenzialità dell’infrastruttura informatica della propria azienda e sugli investimenti stanziati per incrementare la sicurezza IT. È emerso che una violazione della sicurezza informatica potrebbe avere diverse ripercussioni negative, tra cui: danni economici (39% Europa, Italia 43%), perdita di fiducia da parte dei clienti (39% Europa, Italia 32%) e conseguenze negative sul brand (38% Europa, 38% Italia).
Colin Blumenthal, Vicepresidente IT Services di Sharp Europe, ha così commentato i dati sulle pmi europee:
“Oggi le imprese di qualsiasi dimensione operano in un ambiente digitale complesso, che pone sfide crescenti alla sicurezza informatica. Per le aziende più piccole, che non dispongono di grandi risorse IT, i rischi possono sembrare ancora più scoraggianti. Le minacce sono in continua evoluzione e cercare di identificarle e prevenirle tutte può lasciare i responsabili preoccupati, confusi e frustrati”. E ha proseguito: “Ogni azienda, a prescindere dalle dimensioni, dovrebbe fare tutto ciò che è nelle sue possibilità per proteggere i propri dati e garantire che la connettività, sia attraverso le reti che i dispositivi, sia la più sicura possibile.
Rivolgersi agli esperti può garantire che vengano prese le giuste decisioni in materia di sicurezza informatica e che venga adottata una visione olistica della sicurezza affinché le soluzioni siano costantemente aggiornate”.
L’aumento del lavoro ibrido e l’utilizzo dei dispositivi personali da parte dei dipendenti anche nelle pmi europee sono considerati fattori di rischio (rispettivamente 30% e 29%), mentre le minacce più temute sono la perdita di dati, l’attacco di virus informatici e la sicurezza del cloud. Indicativo è il dato che evidenzia che solo il 52% delle PMI europee (60% Italia) dichiari di avere un firewall – e meno della metà (45% Europa, Italia 41%) utilizza password con un livello di sicurezza adeguato.