Il prossimo 10 settembre, in occasione della web conference di Innovation Group dedicata a “L’esperienza della cybersecurity in tempi difficili: cosa abbiamo imparato” ci sarà anche Alessandro Livrea, Country Manager Italia e Eastern Europe, Akamai, tra i responsabili della cybersecurity di grandi aziende italiane o istituzioni pubbliche chiamati a raccontare quali sono le lezioni che questo “stress test” collettivo ha comportato, e quali sono ancora le vulnerabilità da risolvere e i bug da “sistemare”.
I mesi passati hanno dato vita a molteplici sfide, per tutti, ma soprattutto per le aziende. E la sicurezza è stata un punto focale. Con la rivoluzione dello smart working e l’accesso da remoto alle reti aziendali, è stato necessario innalzare il livello di allerta e prestare la massima attenzione a tutto.
Da qui la decisione di affrontare diversi temi durante la Web Conference per parlare del ruolo del responsabile della cybersecurity durante e dopo la pandemia da Covid-19 e di come è stata vissuta l’emergenza da parte di chi ha il compito di garantire la resilienza e la continuità del business.
Nello specifico, Akamai sarà protagonista nella sessione “Cosa ha dimostrato lo “stress test covid” sulla capacità di risposta delle nostre imprese”. L’evento streaming avrà luogo dalle ore 10 alle ore 13.10 e per partecipare è necessario registrarsi sulla pagina dedicata.
Secondo Alessandro Livrea, Country Manager Italia e Eastern Europe: «Grazie alla sua visione privilegiata sul mondo web, Akamai ha registrato durante il lockdown un aumento di traffico medio del 30%, con picchi del +75% in Italia e Polonia e del +125% in Spagna. È cresciuto il traffico, ma in numero assoluto sono soprattutto cresciute le persone che lavorano da remoto e la certezza è quella che il Covid ha cambiato le abitudini di consumo. Tutto questo significa anche un ampliamento della superficie di attacco che le organizzazioni criminali possono tentare di compromettere. Abbiamo infatti visto il duplicarsi degli attacchi di phishing legati al Covid, mail che con finti messaggi legati al virus portavano gli utenti in un ambiente malevolo. Akamai ha registrato fino a 9.000 URL di phishing relativi al Covid-19 ogni giorno, un dato che mostra la natura industriale delle organizzazioni criminali. In questa speciale classifica l’Italia, così come l’Europa, occupa uno spazio in proporzione molto più alto rispetto alla sua grandezza territoriale. L’Italia è infatti al quarto posto con una percentuale del 6%, dopo il Regno Unito, la Francia, e gli Stati Uniti. Questo significa che tutte le aziende, qualsiasi dimensione abbiano, devono oramai pensare alla sicurezza della loro rete come elemento primario di ogni loro strategia».