[section_title title=Whatsapp, il celebre quasi omologo]Whatsapp, il celebre quasi omologo
Mandare messaggi gratuitamente a chiunque abbia uno smartphone connesso ad internet non pagando i normali SMS. È questo il fil rouge che lega Skebby e Whatsapp, colosso americano con sede nella Silicon Valley, ormai utilizzato dalla gran parte dei possessori di smartphone per una comunicazione person to person.
Era il 2007 quando Marrone, allora studente universitario, come in una delle più tradizionali storie che siamo abituati a sentir raccontare sugli albori delle grandi innovazioni tecnologiche, lancia sul mercato un’applicazione per cellulari per comunicare in maniera free, in un periodo in cui il fenomeno dei telefonini intelligenti non era ancora esploso. L’applicazione ottiene un riscontro particolarmente positivo, ma il valore dello “Skype degli SMS” si afferma ulteriormente nella sua declinazione business che permette di gestire messaggi per migliaia di clienti nel mondo. Il tutto ben prima che Whatsapp arrivasse sul mercato.
Accordi in rete
Servizio innovativo e condizioni competitive sono le chiavi che hanno portato all’intesa tra Skebby e Confindustria, con il suo parterre di circa 150 mila imprese associate. Un accordo che consentirà alla società milanese di promuovere ulteriormente l’offerta dei propri servizi di messaggistica SMS al servizio delle strategie di marketing e di servizio ai clienti delle società.
I messaggi telefonici stanno infatti diventando un’arma importante nelle mani delle aziende, pubbliche e private, grandi e piccole, che permettono a loro di farsi conoscere meglio e di fidelizzare gli utenti e ai consumatori, di ricordarsi senza fatica eventuali promozioni, visite mediche, appuntamenti presso istituti, i saldi appena cominciati, e di conoscere le ultime novità presenti sugli scaffali di diverse tipologie di negozio. Un risultato che Skebby ha potuto raggiungere grazie all’impegno del suo management, che ha saputo trasformare una giovane start up in un’affermata realtà imprenditoriale.
«Per stringere accordi di questo tipo, fondamentale è il processo di trasformazione vissuto dall’azienda – commenta Luigi Orsi Carbone, presidente e Ceo di Skebby -. L’intervento di business angel di esperienza, pronti a entrare operativamente nella gestione della società rappresenta, ad esempio, un ottimo viatico». Il connubio tra giovani con idee brillanti e manager di provata esperienza pare dunque rappresentare la ricetta vincente per dare lustro a una start up, perché per operare con successo sono necessarie competenze di diversa matrice. «Se posso permettermi di dare un consiglio ai giovani che vogliono dar corpo a una propria idea di business e che si attivano per trovare i fondi necessari- suggerisce Orsi Carbone -, è importante dedicare cura anche alla scelta di un co-founder o un angel investor che oltre a portare risorse economiche collabori attivamente nella gestione dell’azienda».