Rafforzare i canali di comunicazione stradale con i Paesi dell’Unione Europea è oggi una delle emergenze nazionali: superarla significherebbe il definitivo scioglimento dei nodi che attualmente impediscono il riequilibrio del sistema dei trasporti , ma anche una leva indispensabile per restituire all’Italia una nuova competitività, che possa rimetta il Paese che in pari gli altri Stati europei.
Se, infatti, le reti autostradali italiane hanno registrato un incremento di appena il 5% negli ultimi dieci anni, alcuni Stati esteri hanno invece sviluppato reti che nell’arco temporale hanno raggiunto percentuali di crescita elevate: 19,1% per quanto riguarda la Spagna, 32,7% la Francia e 142,2% il Portogallo.
La storia insegna e il presente non fa sconti: un sistema di trasporto efficiente è il cuore pulsante dell’attività commerciale di un Paese che possa dirsi integrato nelle logiche di scambio proficuo. Ciò di cui necessita oggi l’Italia per risolvere tali emergenze è, quindi, un’integrazione tra la pianificazione dei sistemi di trasporto e la logistica, ma anche uno sguardo più ampio sull’utilizzo strategico del territorio e, soprattutto, delle nuove tecnologie. Come riportano le analisi di Assinform, nel corso del 2011 la divisione ferroviaria ha registrato un trend negativo, con un calo del 3,7% rispetto agli anni precedenti.
Anche il settore marittimo scende del 3,8%. Un calo che si è verificato soprattutto nel secondo semestre dell’anno, in netta opposizione con un’espansione verificatasi nel primo. Per quanto riguarda il trasporto stradale internazionale si è passati da un +4% allo 0,3. Stesso andamento per il trasporto di merci in colli (sceso dal 3 allo 0,4%) e per le spedizioni internazionali marittime (dal 7% al 2,7%). La speranza di una ripresa risiede nel progetto per la realizzazione di corridoi europei e della rete transeuropea di trasporto che, come mette in luce un altro analista, Assintel, costituisce una condizione sine qua non per accrescere la competitività italiana.
Nuove opportunità di sviluppo sono infatti rappresentate dall’ingresso di nuovi paesi nell’Unione, dal cui confronto l’Italia non può e non deve più prescindere. E’ del +19,6%, infatti, la percentuale di crescita prevista per il 2020 per quanto concerne il traffico passeggeri, e del +31% quello che riguarda il traffico merci.
Una situazione che non passa certo inosservata e traccia un profilo poco incoraggiante per il comparto trasporti del Bel Paese. L’It è oggi in grado di fornire gli strumenti necessari allo sviluppo di strategie che riabilitino un sistema in crisi verso una rinnovata competitività. Nonostante ciò, sembra che il settore che raggruppa operatori dei trasporti marittimi, aerei, ferroviari e stradali abbia raggiunto nel 2012 quota 934 milioni di euro per la spesa It, con un crollo rispetto all’anno precedente degli investimenti che porta il comparto a un – 5,8%. Nel 2011, infatti, la spesa totale end-user raggiungeva i 991 milioni di euro.
A oggi la spesa del settore trasporti per tecnologie informatiche rappresenta quindi il 5% del valore totale della spesa It per prodotti e servizi generata in Italia.
Sviluppo e trasformazione dell’esistente e nuovi progetti di innovazione sono due degli obiettivi più auspicati. Nello specifico, l’intenzione di investimento è dedicata in particolar modo a progetti che permettano la modernizzazione di sistemi già esistenti.
Il report di Assinform evidenzia, poi, come l’interesse del settore si sia mosso sempre di più verso interventi progettuali che coinvolgessero l’area applicativa, ma anche quella infrastrutturale. Le aziende, infatti, si sono dimostrate sempre di più intenzionate a investire in progetti riguardanti la tracciabilità, la localizzazione a bordo mezzo e l’infomobilità. I progetti che hanno attirato maggiormente l’attenzione delle imprese a livello applicativo hanno riguardato soprattutto collaboration, gestione documentale, costumer care e contact center, conservazione sostitutiva. Sul fronte infrastrutturale le principali aree di intervento sono state l’automazione e il rinnovamento data center, la disaster recovery, il network system management e la sicurezza.
Da un’analisi generale i settori maggiormente interessati da investimenti sono il processo logistico, l’automazione, il telecontrollo, il machine-to-machine, la manutenzione e la gestione degli impianti, la gestione delle risorse umane e delle flotte nonchè il document menagement.
Di particolare interesse è la diffusione dei trasporti intelligenti, che garantiscono una gestione tramite mobile, in linea con le nuove tendenze. Progredisce, quindi, la branchia delle telecomunicazioni, che sale dell’ 1,7% rispetto al 2010.
Il settore ha infatti dimostrato un interesse particolare per le nuove tecnologie e per i nuovi strumenti messi a disposizione degli operatori per la gestione da remoto e in mobilità. Infrastrutture e terminali, sistemi di localizzazione satellitare dei veicoli e device mobili hanno alimentato una ripresa, la cui crescita è legata a filo doppio con la conseguente necessità di investire in connettività.
Sicurezza dei trasporti e sviluppo di mobilità sostenibile si aggiudicano, nello stesso modo, una posizione di spicco. Nonostante ciò, come riporta Assinform, la spesa complessiva del settore destinata a soluzioni It ha registrato dal 2010 un calo progressivo del 5,3%, confermando un trend negativo, su cui hanno influito principalmente un calo della componente infrastrutturale e della spesa destinata a software e servizi.
Allineate a priorità di business, quelle dell’It, si propongono come obiettivo di investire in particolar modo in soluzioni applicative che mirino ad accrescere la soddisfazione del cliente e l’efficienza del servizio, ma anche all’efficientamento della gestione con nuova e sempre maggiore attenzione per le soluzioni cloud.