Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (MiBACT), ha scelto l’HCI, l’iperconvergenza di nuova generazione di NetApp, per ottenere un’infrastruttura in grado di soddisfare le esigenze applicative.
Il MiBACT si affidava infatti dal 2018 a una farm VMware, basata su un’architettura tradizionale a silos su tecnologia IBM PureFlex e Dell-EMC che all’epoca erano all’avanguardia, ma che sono poi diventati obsoleti.
La spinta evolutiva è nata dalla volontà di trasformare l’architettura tradizionale in una piattaforma iperconvergente (HCI), che introduce nuovi paradigmi di agilità, efficienza e ottimizzazione, senza creare lock-in tecnologici.
Nel corso del 2019 è stata fatta una prima selezione tra i principali vendor del mercato, per individuare la piattaforma di iperconvergenza più adatta. Dopo una PoC (Proof of Concept) che ha dimostrato il valore ed evidenziato le peculiarità della sua soluzione HCI, MiBACT ha scelto NetApp.
Al progetto ha collaborato IFI Consulting, Gold Partner di NetApp
Come sottolineato in una nota ufficiale da Walter Di Marco, Responsabile della parte attiva del CED, MiBCAT: «La scelta è stata molto oculata perché cercavano una soluzione che, pur aumentando le prestazioni, ci consentisse di salvaguardare in parte gli investimenti fatti in precedenza. L’HCI di NetApp risponde pienamente alle nostre esigenze in tema di prestazioni, flessibilità, facilità nella configurazione delle VM e riduzione degli ingombri».
Performance in numero
La nuova piattaforma NetApp HCI offre infatti performance molto elevate con un aumento delle prestazioni dell’80% e una riduzione degli ingombri del -75%, semplificando la gestione e con la possibilità di riutilizzare alcuni asset già in possesso.
Ancora per Di Marco: «A livello di prestazioni non ci sono paragoni, anche perché il confronto è tra una tecnologia obsoleta e una all’avanguardia, ma giusto per dare un’idea posso dire che, se prima per spostare una VM da un nodo all’altro ci volevano 5-6 minuti, con NetApp basta un minuto. Abbiamo riscontrato una notevole riduzione nei tempi di configurazione, quando si inserisce nell’infrastruttura uno storage o un raid: dalla mezza giornata di prima all’assoluto automatismo via software. Un altro aspetto per noi fondamentale è la riduzione degli ingombri nel datacenter, che si attesta sul 75%, con un conseguente risparmio anche a livello energetico».
Tra gli altri benefici si annoverano funzionalità evolute di protezione del dato, cifratura e replica remota integrate con l’Hypervisor, approccio modulare, il riutilizzo parziale degli asset già presenti per salvaguardare gli investimenti effettuati e la facilità e velocità di gestione.