A cura di Jim Poole, Vice President of Business Development di Equinix
Sappiamo che tutto è accaduto “tanto tempo fa, in una galassia lontana, lontana”, ma la tecnologia presente nel mondo di Star Wars ci proietta inevitabilmente verso il futuro. Preparatevi a qualcosa di più, in quanto un nuovo capitolo della saga, con un giovane Han Solo, è arrivato nelle nostre sale e accenderà di nuovo l’immaginazione su ciò che potrebbe succedere!
Nel frattempo, ecco alcune riflessioni su quattro esempi interessanti di tecnologie utilizzate all’interno della saga, che oggi come oggi stanno diventando realtà, e perché l’interconnessione è necessaria per portare alcuni di questi esempi nel mondo reale.
Droidi
Star Wars è ricco di droidi, e fanno quasi tutto, dalla traduzione di “sei milioni di forme di comunicazione” (C3PO) al muovere tutti i meccanismi di un’astronave (R2D2). I droidi di Star Wars hanno molte più funzioni e un’intelligenza artificiale di gran lunga superiore rispetto ai robot di oggi, ma il divario si sta riducendo. Ecco alcuni esempi di ciò che i robot di oggi possono fare.
- Robotnaut 2 della NASA (noto come R2) ha una forma umana in grado di eguagliare la destrezza di un astronauta. È stato sviluppato per completare i “compiti semplici, ripetitivi o particolarmente pericolosi su luoghi come la Stazione Spaziale Internazionale”, secondo la NASA.
- Il robot Asimo di Honda può calciare un pallone, svolgere compiti domestici e salire le scale. Tra le sue funzioni: spingere i carrelli, servire bevande e spegnere le luci o chiudere le porte. Le possibili applicazioni includono l’assistenza a persone costrette a letto o su sedia a rotelle.
- I robot agricoli azionati da intelligenza artificiale stanno già eseguendo, o sono in fase di sviluppo per eseguire, una serie di compiti agricoli, tra cui l’applicazione di precisione di erbicidi per piante infestanti (macchine See & Spray), la raccolta di fragole (Harvest Croo Robotics) e le colture per migliorare i raccolti (Agribotix)
Ologrammi
L’appello della Principessa Leia, “Aiutami Obi-Wan Kenobi, sei la mia unica speranza”, è forse il più celebre uso di ologrammi in Star Wars. Gli ologrammi non sono limitati alla fantascienza, anche se le immagini 3D free-standing di Star Wars e di altri film restano ancora una fiction.
Occhiali per la realtà mista, come gli HoloLens di Microsoft, proiettano le immagini 3D in ambienti reali, consentendo alle persone di manipolare le immagini che appaiono davanti a loro oppure sovrapposte a oggetti reali. Certo, Obi-Wan non aveva bisogno di occhiali.
Poi, ci sono le immagini olografiche di famosi musicisti defunti che sono apparsi sul palco, tra cui Tupac Shakur e Michael Jackson. Lo scorso autunno, l’ologramma del defunto Ronnie James Dio è andato in tournée. Ma queste immagini non sono davvero ologrammi, sono create usando una tecnica del XIX secolo chiamata il fantasma di Pepper che proietta un’immagine sul palco usando un pezzo di vetro angolato.
L’Holovect MKII può disegnare immagini 3D in aria con la luce, ma il suo creatore osserva che le immagini visualizzate non sono create come un ologramma, quindi non siamo ancora tecnicamente pronti. Ma ci stiamo avvicinando.
Speeder
Vediamo gli speeder in tutti gli episodi di Guerre Stellari, dai viaggi di un giovane Luke Skywalker su Tatooine nel primo film al nuovo film “Solo”. Gli speeder sono veicoli che viaggiano vicino alle superfici terrestri, e quelli immaginati nel film sono molto più vicini alla realtà rispetto a tante altre tecnologie presenti in Star Wars.
Ad esempio, l’hover Aero-X assomiglia un po’ alle motospeeder di Star Wars, specialmente se gli scatti una foto glamour nel deserto. L’Aero-X levita su due rotori e si basa su un progetto degli anni ‘60 abbandonato a causa dei problemi di stabilità che il costruttore di Aero-X, Aerofex, afferma oggi di aver risolto. Aerofex conferma che il veicolo risponde come una moto, vola fino a 10 metri circa da terra a 45 miglia all’ora, e può essere utilizzato per tutto, dalla pattuglia di frontiera, agli allevamenti, alla ricerca e al soccorso.
La spada laser
Nulla ricorda di più la saga di Star Wars come la spada laser. Nei quattro decenni trascorsi da quando Star Wars ha visto il suo debutto, innumerevoli ragazzi e adulti, si sono impegnati in epiche battaglie con la spada laser. Ma le spade laser vere e proprie probabilmente non saranno mai reali. Giustamente però, si potrebbe pensare … ma gli scienziati del MIT e di Harvard non hanno scoperto un modo per estrarre la “materia fotonica” dai fotoni di luce? E nessuno degli scienziati coinvolti ha mai pensato di confrontare la materia fotonica con ciò che costituisce le spade laser? Beh, è vero che i ricercatori hanno “sparato” fotoni di luce attraverso atomi di rubidio ultrafreddo, facendo sì che la luce si aggregasse per formare molecole che potessero essere unite insieme per formare una spada. Ma queste armi sono molto, molto lontane dalla realtà.
Ci sono alcuni problemi nel creare una vera spada laser: il plasma caldo e denso che teoricamente potrebbe costituire il nucleo della spada è troppo caldo per essere impugnato con una maniglia metallica. L’arma avrebbe anche bisogno di una fonte di energia di intensità così estrema che ancora non esiste. Un fisico dell’Institute for Advanced Studies di Austin, in Texas, ha dichiarato: “Le spade laser sono puramente inventate e non saranno mai sviluppate.” Peccato!
Immaginazione e interconnessione
L’intelligenza artificiale che, per esempio, alimenta robot sempre più simili all’uomo, ha bisogno di un’interconnessione diretta, sicura e immediata tra utenti, applicazioni cloud, macchine e data source per funzionare come dovrebbe. Se parliamo di big data, come le informazioni voluminose raccolte dai robot agricoli, l’interconnessione tra gli archivi dei dati e i servizi di analisi è necessaria per elaborare i dati in tempo reale e approfondire rapidamente le proprie conoscenze. E la realtà mista e le tecnologie di realtà virtuale che possono far apparire gli ologrammi necessitano di interconnessione perché si basano su dispositivi relativamente sofisticati, su un’eccellente connettività di rete e su solide infrastrutture cloud per soddisfare le aspettative degli utenti.
Equinix ha trascorso 20 anni a sviluppare una piattaforma di interconnessione globale (galattica), Platform Equinix, che si estende in 52 mercati e ospita una vasta gamma di ecosistemi del settore. È l'unico posto in cui implementare una prima strategia IT di interconnessione denominata Interconnection Oriented Architecture (IOA), che collega direttamente i clienti con le persone, il cloud, i dati e le location al confine digitale. Un IOA accorcia la distanza tra le aziende e qualsiasi cosa necessiti per connettersi, ed è essenziale per consentire l’interconnessione veloce a bassa latenza necessaria per supportare le nuove tecnologie e soddisfare gli utenti in questa era digitale.
Star Wars accende l’immaginazione, mentre l’interconnessione guida l’innovazione. Questa combinazione di immaginazione / interconnessione potrebbe non farci ottenere le spade laser, ma è potente, e fa sembrare che la tecnologia che ci stupisce nei film non sia poi così lontana.