Tra gennaio e marzo 2019, Yarix, divisione sicurezza digitale di Var Group, ha rilevato 12.020 eventi di sicurezza. Si tratta di possibili violazioni dei livelli di sicurezza informatica definiti da ciascuna organizzazione, tali da configurare una situazione di potenziale rischio.
Non solo.
A fronte dei circa 12.000 eventi rilevati, poco più di 3.000 sono evoluti in situazioni più gravi, tali da pregiudicare l’utilizzo di asset aziendali, violare disposizioni aziendali o di legge, causare la perdita o la diffusione di dati e quant’altro.
GDO sotto attacco
Ma se la maggioranza degli eventi di sicurezza rilevati è stata perpetrata ai danni dei comparti manufatturiero (37%) e IT (17%) – in linea con i trend nazionali degli ultimi mesi -, sorprende il terzo posto della Grande Distribuzione Organizzata (16%).
Il trend ricalca quanto già accaduto all’estero, con modalità e fini analoghi agli attacchi rivolti a un’altra categoria, quella delle grandi catene alberghiere. Anche in Italia, la GDO rappresenta un obiettivo particolarmente appetibile per il cybercrime, perché, innanzitutto, permette di accedere a un flusso di denaro continuo e importante. Controllare la rete informatica della GDO significa paralizzarne l’attività e, di conseguenza, permette di richiedere riscatti a molti zeri.
Non solo.
Attraverso finti portali per carte fedeltà o la simulazione di premi, gli attaccanti sono in grado di mettere nel mirino anche gli utenti della GDO, impossessandosi di dati personali, informazioni sulle abitudini di acquisto e altre notizie che potranno poi essere utili per attacchi successivi. In questo senso, il caso della GDO dimostra che le strategie di cyber-attacco ricalcano le strategie di marketing delle aziende, comprendendone le logiche e utilizzandole a proprio vantaggio.
Da qui i megatrend della cyersecurity in Italia identificati da Yarix che, a partire da questi primi dati, curerà con gli analisti del suo Cognitive Security Operation Center (C SOC) i prossimi report con cadenza trimestrale.
L’approccio industriale del cybercrime
Quantificata e interpretata in questo report l’esposizione del sistema Italia agli attacchi del cybercrime a partire dal punto di osservazione ‘di frontiera’ del proprio SOC, Yarix ha integrato questi primi dati con ulteriori informazioni di Threat Intelligence, derivanti da fonti interne (Honeypot) e da collaborazioni con istituzioni, enti e altre aziende.
Ne esce un quadro in cui, nel primo trimestre 2019, l’obiettivo di colpire il maggior numero di organizzazioni, a fronte di investimenti ridotti, in termini di denaro e tempo, viene perseguito con una strategia duplice.
Da una parte, si assiste a un proliferare di campagne phishing massive e all’impiego di malware già disponibili nel deep web. Dall’altro si studiano da vicino gli obiettivi più promettenti, analizzando le abitudini di fruizione della rete e i profili social personali dei vertici delle aziende o delle organizzazioni da colpire.
Cronata di una violazione annunciata
In questo contesto di crescente industrializzazione degli attacchi informatici, l’email resta il principale vettore di intrusione. Permette, infatti, di raggiungere contemporaneamente molti utenti, con l’intento sia di rubare password e credenziali sia di compromettere il client per renderlo parte di una più ampia ‘botnet’ malevola.
In tutto ciò, aziende e istituzioni continuano a manifestare un approccio superficiale nei confronti della sicurezza informatica, lasciando esposti e senza alcuna protezione servizi o protocolli, che possono rappresentare altrettanti varchi di accesso ai propri dati.
L’introduzione di protocolli GDPR e d’avvio di percorsi di cybersecurity presso alcune aziende non rappresentano, infatti, argini sufficienti per contenere gli attacchi informatici, sempre più sofisticati e massivi. L’esposizione del comparto manifatturiero esemplifica questo assunto: la presenza, nelle aziende, di sistemi ICS/SCADA non presidiati e non aggiornati spiana il terreno ai cybercriminali. Violazioni di questi sistemi, oltre ad essere di semplice esecuzione, consentono di arrecare danni particolarmente gravosi, che possono obbligare l’azienda a interrompere la produzione e ogni attività.
Come riferito in una nota ufficiale da Mirko Gatto, CEO di Yarix: «Per il cybercrime, anche in Italia, è iniziata l’era dell’industrializzazione: non più attacchi estemporanei, ma offensive ragionate e sistematiche. Finché anche le imprese e i singoli fruitori della rete non adotteranno misure di protezione altrettanto sofisticate, il trend degli attacchi cyber disegnerà una curva che non potrà che essere costante, continuativa e ascendente».