Quali sono gli elementi chiave per sviluppare maggiormente l’industria del software libero in Italia? Quali le opportunità per la Pubblica Amministrazione e il territorio? Se lo è chiesto CSI Piemonte che, durante l’incontro “Software libero in Piemonte”, ha scelto di confrontarsi con gli Enti pubblici sullo stato di adozione del software libero nella propria regione e sulle azioni che le PA possono mettere in atto per favorire un suo maggiore utilizzo, con l’attivo coinvolgimento delle imprese piemontesi.
Punto di partenza della discussione, un mercato del software libero che, solo in Francia, oggi vale circa 5 miliardi di euro e che, negli ultimi quindici anni, ha prodotto un’industria che conta più di 500 imprese e 50.000 posti di lavoro qualificato.
Da qui l’invito a considerare l’amministrazione pubblica come una grande utilizzatrice di software che – a ragione – può svolgere un ruolo molto importante per lo sviluppo di un’industria del software saldamente impiantata nel territorio.
Il CSI Piemonte, in accordo con i suoi Enti consorziati, ha ritenuto strategico investire negli anni nell’open source con l’obiettivo di ottimizzare la spesa ICT, ridurre i vincoli connessi alla scelta di tecnologie proprietarie e creare opportunità di crescita per le imprese del territorio.
Ne è un esempio Doqui, un sistema di gestione documentale, totalmente open source e a basso costo di adozione, nato nel 2007 proprio dalla collaborazione tra settore pubblico e privato. Doqui permette di strutturare in formato digitale l’intera documentazione relativa ad atti amministrativi, archivio e protocollo e oggi lo utilizzano numerosi Enti, tra cui le Regioni di Piemonte, Valle d’Aosta, e il Consiglio Regionale dell’Abruzzo, Città di Torino e Città Metropolitana, Politecnico di Torino, le province di Novara, Asti e Biella e altri 14 Enti; sono state anche avviate negli anni collaborazioni con Regione Liguria e Puglia.
Nel 2015 la Regione Piemonte e il CSI scelgono l’open source per lo sviluppo della smart data platform Yucca che aiuta imprese, centri di ricerca e privati a realizzare soluzioni applicative basate su Internet of Things e Big Data. Ad oggi è utilizzata da 40 organizzazioni pubbliche e private con un patrimonio in continua crescita di 700 milioni di dati real time, relativi a diversi parametri ambientali, come temperatura, umidità, qualità dell’aria, luminosità, rumore, provenienti da circa 800 sensori dislocati sul territorio piemontese.
Nell’ambito dei servizi cloud, a partire dal 2015 il CSI lavora alla realizzazione di Nivola, una piattaforma completamente open source per tutta la Pubblica Amministrazione che mette a disposizione potenza di calcolo, storage, rete e database e molto altro. Il risultato è quello di offrire a ogni Ente la completa autonomia nella creazione del proprio sistema informativo e nella migrazione delle applicazioni, in assoluta sicurezza.
Sul fronte cultura infine il mese scorso è stata presentata ufficialmente Mèmora, la nuova piattaforma per catalogare e valorizzare i beni culturali piemontesi. Realizzata per la Regione Piemonte, Mèmora si basa sul software open source CollectiveAccess, utilizzato da musei, archivi e biblioteche in tutto il mondo e, anche grazie alla community internazionale che lavora attorno al software, sono garantiti alti standard tecnici, aggiornamenti continui, facilità di personalizzazione e interoperabilità.