Ci troviamo in un’epoca di profonda trasformazione dove nuove forme d’intelligenza e nuovi trend, come l’AI, l’IoT, il Cloud e gli Analytics stanno sparpagliando le carte in tavola imponendo alle aziende di intraprendere un percorso di trasformazione digitale per la loro stessa sopravvivenza e l’acquisizione di un vantaggio competitivo da cui appunto dipendono le loro sorti.
Legati a tutte queste tendenze una rivoluzione nel modo di lavorare si è già affacciata da qualche anno e sta permeando sempre di più le organizzazioni, che cambiano gli spazi di lavoro e le modalità di lavoro per i propri dipendenti, che diventano sempre più mobile e che proprio grazie alle nuove tecnologie si spingono oggi laddove in passato sarebbe stato possibile arrivare.
Questi temi sono stati al centro della riflessione di IDC Mobiz – Mobile of Everything Forum 2018, un evento IDC realizzato con la sponsorizzazione di Aruba a HPE company, Injenia, HP Italia, Intel e MicroStrategy.
“I mobile worker sono i protagoniste dell’evoluzione delle strategie di Enterprise Mobility dei prossimi anni – esordisce Daniela Rao, Senior Consulting & Research Director di IDC -. Vedremo arrivare sul campo nuove applicazioni che permetteranno ai lavoratori di liberare le mani, diminuire i rischi quando si tratta di fare lavori pericolosi e vedere cose che a occhio nudo sarebbero troppo impossibili o difficili da vedere”.
Una sorta di ‘superpoteri’ che rientrano all’interno di un fronte di molto ampio che estende via via il dialogo tra l’uomo e la macchina, ma che dall’altro lato porta ad un aumento della complessità con nuove problematiche legate alla sicurezza e al controllo del parco device e della mobilità aziendale.
“Questa è la sfida principale per i CIO – spiega Rao -. La sicurezza sia interna, dal punto di vista della mobile identity e degli accessi, sia esterna per le minacce e i malware in circolazione, è la maggiore preoccupazioni di chi deve tenere sotto controllo il patrimonio aziendale e quello che IDC prevede è che la security si sposti sempre di più sull'edge”.
D’altro canto i benefici di una corretta strategia di mobility sono molto e “daranno ai lavoratori dei ‘superpoteri che gli permetteranno di fare cose che finora non potevano essere fatte o potevano essere fatte correndo grandi rischi e con tempi molto lunghi”.
Attualmente in Europa il 57% dei lavoratori esegue le proprie mansioni al di fuori dei confini dell’ufficio (in Italia i mobile worker sono circa 6 milioni). Le aziende spendono circa 5,5 miliardi di euro in Europa per attrezzare queste persone nella maniera più corretta, un mercato che entro il 2021 si stima arriverà a toccare i 7 milioni. La spesa principale riguarda i device (tablet, smartphone, dispositivi rugged, telefoni basic ma anche oggetti come speaker con digital assistant per liberare le mani dei lavoratori e strumenti di realtà aumentata come caschetti da mettere in testa e wearables), cui segue una parte di spesa investita in software (soprattutto per lo sviluppo di applicazioni fronte security e mobility management) mentre crescono poco gli investimenti in servizi.
“Il nuovo focus delle aziende che hanno implementato le applicazioni si sposta verso una digitalizzazione dei processi e una loro integrazione con ambienti fisici di lavoro AR/VR, sensori, wearables ecc. – prosegue Rao – portando a logiche di gestione unificata, con un’attenzione particolare alla sicurezza e alle nuove regole imposte dall’entrata in vigore del GDPR. A breve, inoltre, le API andranno a semplificare la personalizzazione delle applicazioni business”.
Un altro fronte molto interessante che si apre è quello dell’attribuzione di valore a tutte le informazioni che saranno a disposizione delle aziende.
La to do list dei CIO italiani, dunque quale dovrà essere? “Innanzitutto i CIO dovranno pensare a un’azienda sottoposta a un cambiamento continuo, dovranno estendere le soluzioni di sicurezza all’edge e dovranno agire come centro di competenza aziendale su mobility e Next Gen Technologies, oltre che identificare i partner ICT in grado di affiancare l’azienda nella maniera più corretta”.