A cura di Stefano Sordi, Chief Marketing Officer di Aruba
Quali sono gli elementi basilari per costituire un business di successo? Sicuramente un’idea innovativa, sulla base della quale costruire il futuro della propria impresa. Una tecnologia adeguata, che possa supportare in modo concreto la crescita dell’azienda nascente. Ma soprattutto le risorse di cui ci si circonda. Spesso si tende a mettere in secondo piano questo requisito fondamentale, senza il quale ogni azienda – anche la più innovativa – non potrà vivere a lungo: personale qualificato, motivato, che creda nel proprio gruppo di lavoro e diventi parte di quell’impresa mettendoci dentro tutto il proprio potenziale.
In ogni azienda – nel campo IT e non solo – un tratto visionario è essenziale e può arrivare più facilmente dai giovani. Non si tratta di un mero concetto anagrafico, ma del fatto che loro stanno vivendo in prima persona la digital transformation, ci sono nati dentro e non hanno bisogno di studiarla in modo teorico per capire di cosa si tratti. Per esempio, è quasi impossibile pensare ad una startup che non utilizzi il cloud per il proprio business. Questo perché lo scopo di ogni realtà innovativa è quella di evolversi e crescere e con un’infrastuttura fisica questo non è possibile, si rimane piccoli e non si può scalare. Ci sono aziende, però, nate in un periodo ben precedente all’avvento di internet e al cloud che hanno fatto più fatica ad adattarsi e a comprendere pienamente questo cambiamento. Ma le startup no, sono nate nel corso di questa rivoluzione e, quindi, sanno in concreto cosa significa. Essere una startup e non utilizzare il cloud per il proprio business sarebbe come essere una casa discografica e non considerare internet tra i canali di distribuzione.
Aruba crede molto nei giovani e nel loro potenziale, basti pensare che l’età media dei circa 700 dipendenti dell’intera società è di 35 anni. Il supporto concreto che l’azienda cerca di dare ai ragazzi è duplice: da una parte fornire gli strumenti tecnologici e il know-how per favorirne la crescita e dall’altra prendere con sè chi può essere prezioso per lo sviluppo della stessa azienda, perché non si smetta mai di crescere.
Da questi presupposti nasce il programma “we START you UP” di Aruba Cloud: quando si avvia una startup, progettare l’infrastruttura IT in un ambiente dinamico, adatto ad accompagnare il progressivo sviluppo aziendale, rappresenta un grande vantaggio per favorire l’evoluzione del proprio business. Per questo, l’Azienda ha deciso di fornire alle startup più valide le migliori tecnologie in ambito cloud, ponendosi al loro fianco attraverso un percorso di tre anni e mettendo a disposizione un credito cloud gratuito con risorse fino a 50.000 euro, supporto tecnico costante e tanti vantaggi per accompagnarle sul mercato. Per partecipare, basta compilare il form online, descrivere in modo sintetico il proprio progetto di business e accettare le modalità di partecipazione. Il team di Aruba Cloud valuterà la richiesta e comunicherà la conferma di adesione al programma. Dopo la conferma, la startup riceverà un welcome kit e il primo voucher di credito cloud di 3.000 euro da utilizzare entro 12 mesi.
Nel corso degli ultimi anni, il programma startup di Aruba si è aperto ad un centinaio di startup, quasi tutte italiane, lavorando a stretto contatto con un network che comprende ben 17 partner tra incubatori e acceleratori d’impresa tra cui Nana Binca, H-Farm, Speed Mi Up e Luiss Enlabs. A differenza di ciò che si possa pensare, però, lo scambio che avviene tra aziende e giovani è sempre bilaterale e molto equo, infatti i giovani stessi sono e sono stati di supporto ad Aruba e alla sua crescita.
L’ISTAT ha da poco rivelato che il tasso di disoccupazione tra i giovani a febbraio è calato al 35,2% con una diminuzione di 3,6 punti rispetto a febbraio 2016. Si tratta del tasso minimo dall’agosto 2012, ma resta un livello comunque molto elevato, tra i peggiori in Europa. Ogni azienda italiana dovrebbe fare il proprio non solo per dare un lavoro ai ragazzi ma per convincerli a non lasciare il nostro paese, perché il dubbio che la diminuzione della disoccupazione tra i giovani sia collegata ad un più alto espatrio degli stessi purtroppo si fa spesso strada.
Aruba è sempre alla ricerca di giovani talenti nel ramo IT che possano entrare a far parte della propria squadra: analisti, devOps, system administrator, tecnici sistemisti, addetti al customer care e non solo. Dopo l’annuncio dell’apertura del terzo DC italiano della società, Aruba ha iniziato ad assumere manutentori, addetti alla sorveglianza e tecnici informatici per il nuovo Global Cloud Data Center alle porte di Milano, un campus tecnologico di oltre 200.000 mq, e continuerà nei prossimi mesi le selezioni per trovare ulteriori figure professionali tra cui sistemisti e sviluppatori, tra i più ambiti e contesi dalle aziende.