I reparti IT si stanno allontanando da tecnologie e politiche obsolete e costose, sottolineando la necessità di avere un approccio cloud-first alla protezione dei dati, utilizzando ad esempio soluzioni come N-able Backup.
Lo dicono i risultati di un un sondaggio condotto proprio da N-able all’inizio di marzo 2022 tra più di 100 partner che hanno partecipato a una serie di bootcamp e sessioni con il team di Head Nerd.
Il sondaggio rivela:
- Quasi il 75% dei fornitori di servizi gestiti (MSP) ha dichiarato che i loro servizi di backup sono profittevoli, ma resta ancora del lavoro da fare. Gli MSP che non stanno ottenendo un profitto dal proprio backup devono rivedere i loro prezzi o controllare i costi di fornitura del servizio; passare alla protezione dei dati cloud-first è un modo per affrontare questo problema.
- Il 57% dei partecipanti al sondaggio concorda sul fatto che le loro politiche di conservazione dei dati sono limitate dalla capacità di storage locale. Le politiche non corrette hanno il potenziale di rendere i costi più alti del previsto o di rompere gli accordi sul livello di servizio.
- Quasi la metà, il 45%, concorda con l’idea che i dispositivi di backup (compreso il cloud tiering) sono una scelta costosa relativamente alla protezione dei dati e non sono più desiderabili. Affidarsi ai supporti di archiviazione fisica locale rappresenta un grosso impegno per la gestione e la manutenzione, rispetto alla protezione dei dati cloud-first, che elimina la necessità di gestione dello storage, aggiornamenti, patch e altre attività legate all’infrastruttura.
Mentre molte soluzioni per la protezione dei dati inviano i backup al cloud storage remoto in maniera secondaria o opzionale, il backup cloud-first, come quello offerto da N-able, offre un’architettura più efficiente e più adatta alle esigenze IT professionali di oggi. L’approccio alla protezione dei dati cloud-first di N-able assicura backup più veloci e più frequenti e un consumo di storage fino a cinque volte inferiore per lo stesso numero di punti di ripristino. Tempo e complessità sono ridotti, il che significa che il personale IT può affidare la gestione dei backup a dipendenti più giovani, liberando il personale con più esperienza per progetti più complessi.
Inoltre, la protezione dei dati cloud-first aiuta i clienti a gestire gli attacchi ransomware tenendo sotto controllo i costi.
Come sottolineato in una nota alla stampa da Eric Harless, N-able backup head nerd: «Ogni azienda ha le proprie esigenze, ma la sempre maggiore diffusione di ransomware che possono attaccare i file di backup sulla rete locale dovrebbe rendere lo storage nel cloud un’opzione di default per la protezione dei dati, lasciandolo storage locale come opzione secondaria. Le minacce di ransomware dimostrano quanto sia importante archiviare i backup fuori dalla rete locale, ed è per questo che un approccio libero dai dispositivi e diretto al cloud è quello migliore».
L’indagine evidenzia l’importanza di supportare le aziende a comprendere la natura critica della protezione dei dati e di focalizzarsi sul rischio aziendale piuttosto che accertarsi solo che tutti i requisiti siano stati eseguiti.
Come concluso da Leigh Johnson, Head of IT and Compliance di A&O IT Group: «Il backup è una degli elementi più importanti che un MSP mette a disposizione per i suoi clienti: può fare la differenza tra un’azienda che sopravvive o meno di fronte a un disastro informatico. Coloro che non ottengono profitti devono controllare i costi, fissare prezzi equi ed educare i loro clienti sul valore del backup».