Cloud, dispositivi mobili, strumenti per la comunicazione unificata e la collaborazione stanno cambiando il modo di lavorare delle persone. Il “digital working” rappresenta sempre più una leva a disposizione delle aziende per recuperare efficienza e aumentare il proprio vantaggio competitivo nei confronti dei concorrenti. In questo contesto le aziende che, grazie alle tecnologie digitali, riusciranno a modificare il proprio modo di lavorare saranno le prime a entrare nell’era della maturità digitale.
Ma le imprese sono pronte a raggiungere questo obiettivo? Ne riconoscono l’importanza strategica? Quali ostacoli incontrano? Quali reparti aziendali stanno traendo i maggiori vantaggi dall’innovazione tecnologica e dall’ottimizzazione dei processi? Queste domande trovano risposta in una ricerca commissionata da Ricoh Europe a Coleman Parkes.
Maturità digitale, fonte di ottimismo
Dalla ricerca Ricoh emerge come le aziende hanno idee molto chiare sull’importanza della maturità digitale e su come raggiungere questo obiettivo. Ottimismo diffuso, quindi: il 34% del campione afferma che occorreranno da 1 a 2 anni per raggiungere la maturità digitale, mentre il 37% pensa che ci vorranno dai 3 ai 5 anni. Tre quarti degli intervistati (73%) ritiene che il raggiungimento della maturità digitale porterebbe ad un aumento diretto dei profitti e il 62% afferma che la maturità aumenterebbe l’attrattiva dell’organizzazione nei confronti di potenziali investitori e di nuovi eventuali proprietari.
Per quanto riguarda i differenti reparti aziendali, sono le Operations a trarre il maggior vantaggio dalle tecnologie e dall’ottimizzazione dei processi. Seguono: il Marketing, il Customer Service, le Vendite e il Finance. Le imprese sono comunque convinte che in tutte le aree aziendali vi siano ampi margini di miglioramento.
Sicuri di essere pronti?
Lo studio mette in evidenza come l’ottimismo nei confronti della maturità digitale sia in contrasto con alcuni ostacoli che stanno frenando le aziende. In generale, sono le imprese di medie e di grandi dimensioni rispetto alle piccole a citare i maggiori ostacoli; probabilmente ciò dipende dal fatto che per loro la maturità digitale è più di una semplice priorità sulla carta e quindi sono maggiormente consapevoli non solo dei vantaggi ma anche delle difficoltà da considerare per portare a termine questa trasformazione.
Oltre ai costi, che rappresentano la preoccupazione principale (68% degli intervistati), tra i principali aspetti che rallentano il “digital working” vi sono:
– La comprensione da parte delle linee di business dei vantaggi dell’era digitale (51% del campione)
– La necessità di cambiare le modalità di lavoro per stare al passo con le nuove tecnologie (50%)
– L’allineamento di tecnologie, processi e modalità di lavoro (50%) – Questo aspetto preoccupa in modo particolare le grandi imprese (62% delle aziende di grandi dimensioni)
Piccole e grandi aziende: chi è più veloce nella corsa al digitale?
Rispetto alle piccole aziende quelle di grandi dimensioni sono inoltre maggiormente preoccupate in relazione all’integrazione dei sistemi legacy con le nuove tecnologie (aspetto messo in evidenza dal 53% delle grandi aziende) e alla complessità dei processi da gestire (evidenziato dal 41% delle stesse aziende).
In merito all’ambito dei processi appena citato, la maggior parte dei dirigenti delle piccole imprese (79%) ritiene che la propria azienda sia avvantaggiata nell’implementazione delle tecnologie rispetto alle grandi aziende grazie alla possibilità di ottimizzare i workflow più rapidamente. Nonostante le piccole imprese siano quindi in una posizione favorevole rispetto alla maturità digitale grazie alla capacità di implementare velocemente le tecnologie (aspetto evidenziato dal 64% delle piccole aziende), sembra che in questa tipologia di azienda ci sia meno consapevolezza dei vantaggi che derivano dal nuovo contesto digitale.
I dirigenti delle grandi aziende sono più propensi ad apprezzare i numerosi vantaggi offerti dalla maturità digitale. I principali benefici identificati sono:
Semplificazione dell’accesso alle informazioni (93%)
Miglioramento dei processi di business (90%)
Rafforzamento del vantaggio competitivo (86%)
Nonostante tengano in minore considerazione benefici quali il maggiore vantaggio competitivo e l’aumento dei profitti, i dirigenti delle piccole imprese si aspettano che la maturità digitale porti a:
Semplificazione dell’accesso alle informazioni (79%)
Miglioramento dei processi di business (79%)
Velocizzazione delle attività (74%)
Secondo Ricoh la maturità digitale è destinata a diventare la “nuova normalità”. Questo aspetto strategico richiede, come emerge dalla ricerca, un ripensamento e rinnovamento delle modalità operative. La tecnologia può diventare driver di cambiamento e leva di sviluppo; l’analisi periodica dei processi, l’innovazione delle modalità lavorative e l’integrazione di nuove tecnologie sono fattori fondamentali per raggiungere questo obiettivo. Come messo in evidenza dalla ricerca Ricoh, le piccole e grandi imprese concordano sull’impossibilità di raggiungere la maturità digitale senza il supporto di un partner esterno. Attualmente oltre metà delle piccole (53%) e delle grandi (59%) imprese collabora con terze parti. Secondo le previsioni queste cifre sono destinate ad aumentare.