Secondo un sondaggio di Acronis, la maggior parte degli utenti finali è completamente all’oscuro della minaccia rappresentata dagli attacchi ransomware, e ancora meno sa come affrontarla.
Condotta tra i consumatori di Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Francia e Giappone utilizzando Google Surveys, l’indagine messa a punto dal fornitore specializzato nella protezione e nell’archiviazione cloud ibrida dei dati evidenzia un profondo gap tra i rischi per la sicurezza e la preparazione degli utenti.
A fronte di oltre il 34% dei rispondenti che afferma di aver subito perdite di dati personali o che hanno interessato i membri della sua famiglia, oltre il 26% dichiara di non eseguire alcun tipo di backup dei dati, mentre coloro che eseguono regolarmente backup affermano che la sicurezza, la facilità d’uso e la capacità di archiviazione sono le caratteristiche più importanti di una soluzione di backup.
Ransomware, se lo conosci lo eviti
Come se non bastasse, nonostante i ransomware rappresentino la minaccia malware più pericolosa del XXI secolo, e le previsioni per il 2017 parlino di cinque miliardi di dollari estorti alle proprie vittime grazie a un virus capace di criptare gli hard disk per costringere gli utenti a scegliere tra pagare un riscatto online e perdere per sempre i propri file, oltre il 62% dei rispondenti afferma di non aver mai sentito parlare dei ransomware.
Peccato che, sempre secondo il sondaggio condotto da Acronis, il 51,8% delle famiglie possieda più di quattro dispositivi personali e che il 26,6% consideri la sicurezza la funzione più importante del backup, mentre una parte significativa dei rispondenti, pari al 10,5%, dia grande importanza ai dati di Facebook.
Ciò nonostante, a fronte di più del 67% delle persone interpellate pronte a dare grande importanza alle proprie informazioni personali, così come ai propri documenti, foto, video e musica, solo il 5,8% sa che recuperare i propri dati dopo un attacco ransomware può costare più di 500 dollari.
Un dato che non conforta se è vero che, secondo l’FBI, solo nel 2016 i criminali ransomware hanno estorto più di un miliardo di dollari alle rispettive vittime, e mentre i casi pubblici che coinvolgono ospedali e agenzie governative ricevono una buona copertura, degli attacchi ai computer domestici se ne parla poco.
Proteggere i propri dati personali in quattro mosse
Da qui un mini decalogo per proteggere quanto di prezioso abbiamo in formato digitale.
Per prima cosa: conservate sempre un backup dei vostri dati importanti. Scegliete software di backup con storage locale e su cloud e protezione attiva contro i ransomware.
In secondo luogo: mantenete il vostro sistema operativo e il vostro software sempre aggiornati. Questo impedirà ai criminali informatici di penetrare nel vostro sistema attraverso qualunque falla della sicurezza nota.
Terzo consiglio: siate cauti con email, link e allegati sospetti. Il metodo di infiltrazione più efficace utilizzato dai criminali del ransomware è quello di far aprire agli utenti allegati presenti in messaggi di posta elettronica infetti e far loro cliccare su link a siti Web malevoli.
Quarto e ultimo consiglio: installate un software antivirus sul vostro computer e abilitate gli aggiornamenti automatici della firma. Se siete su un pc, assicuratevi che il vostro Windows Defender sia attivo e aggiornato.
Perché scegliere Acronis Active Protection
Gli attacchi malware e le difese contro di essi sono in costante evoluzione. Una volta che l’uso dei backup si è dimostrato una difesa affidabile contro i ransomware, le gang malware hanno iniziato a sviluppare varianti ransomware che trovano e attaccano anche i file di backup. Per rispondere a questa nuova minaccia, Acronis ha potenziato le sue soluzioni di backup con una nuova tecnologia anti-ransomware innovativa. Introdotto nel gennaio 2017 e premiato con il Gold Self-Protection Award da Anti-Malware Testing Lab, Acronis Active Protection difende attivamente sia i file degli utenti che i loro backup identificando e bloccando gli attacchi ransomware in tempo reale.