[section_title title=Il punto di vista dei protagonisti: ARUBA – Stefano Sordi, Direttore marketing]
Per quanto sia vero che le aziende italiane stentino ancora ad adottare il Cloud Computing, mese dopo mese si riscontra un crescente di interesse nei confronti di questa tecnologia. Sicuramente il processo è ancora lungo e deve coinvolgere non solo gli operatori tecnologici, ma anche gli organismi di governance e le imprese, ma i sintomi di un cambiamento e di una maggiore consapevolezza sono ben percepibili, con Cio che pongono nuove domande legate alla tecnologia.
Certo, importante è creare un dialogo duraturo con un partner che conosca la materia in modo approfondito e condivida l’andamento e le prospettive di business dell’azienda cliente: solo in questo modo sarà possibile definire una road map di migrazione al Cloud conforme a quelli che sono i piani dell’azienda. Un partner in grado di verificare le esigenze da soddisfare, che incontri Cio e decision maker per cogliere le reali necessità da salvaguardare in termini di opportunità di business e riduzione dei costi e, infine, valuti la reale fattibilità per fruire di questa tecnologia al meglio, non trascurando, per esempio, pro- blemi di connettività che a volte possono limitare le prospettive di alcune aziende localizzate in par- ticolari territori.
Perché per una totale adozione, il cloud deve superare anche questa barriera, oltre a quella legata principalmente al tema della sicurezza e a quella inerente la migrazione dei dati, tema su cui lo scenario normativo è in evoluzione al fine di agevolarla tra provider differenti ma anche tra nazioni, tant’è che gli organismi di governo europei ne fanno menzione nell’Agenda Digitale. Un contributo importante verrà sicuramente da un cambiamento di linguaggio, che servirà ad avvicinare manager e opinion maker, in quanto il cloud non è solo uno strumento di gestione ma è, prima di tutto, un’opportunità di business, motivo per cui è importante ripensare all’interazione che intercorre tra le diverse figura professionali. Infatti, un IT manager potrà comprendere le reali esigenze e il piano strategico dell’azienda solo se coinvolto in prima persona nel business, così che possa fare propri i concetti acquisiti e tradurli in opportunità a livello tecnico.