[section_title title=Il punto di vista dei protagonisti: RED T HAT – Gianni Anguilletti, Country Manager Italy]
Il cloud computing ha ormai cessato ufficialmente di essere una semplice buzzword e si sta affermando come modello efficace di business. Questa sua diffusione va di pari passo con l’aumento della consapevolezza da parte del management aziendale: man mano che vengono compresi appieno i benefici promessi dal cloud, in termini di flessibilità e ottimizzazione delle risorse, il suo tasso di adozione si alza. Restano ovviamente delle barriere da abbattere, legate in particolare alle preoccupazioni sulla sicurezza, che però possono essere superate con l’adozione del cloud in modalità ibrida. Disporre di un mix di risorse pubbliche e on-premise consente, infatti, di applicare differenti livelli di sicurezza a seconda della criticità delle applicazioni, e comunque di controllare i processi sulla base di policy centralizzate.
Se è vero che il cloud mette in discussione un paradigma storico, il controllo fisico dei dati, è altrettanto vero che le organizzazioni sono sempre più distribuite e la sicurezza di dati e applicazioni aziendali non è più garantita dalla loro localizzazione, ma dalle policy che vengono applicate. In questo senso diventa fondamentale affidarsi a vendor esperti che siano in grado di offrire ai clienti Sla dettagliati anche in termini di sicurezza. Da non sottovalutare anche l’approccio “open” che consente di sfruttare appieno i vantaggi del cloud, anche aprendosi a community attive che possono spingere fortemente l’innovazione.
CIO e IT manager devono, infatti, approcciare il cloud con mente aperta. Non si tratta di una scelta aprioristica: il tutto dovrebbe partire da un’analisi dei processi aziendali e da una definizione di obiettivi chiari e condivisi, che possono essere di incremento dell’efficienza e delle revenue, di riduzione dei costi, o di raggiungimento di una flessibilità superiore.
Una volta definiti questi obiettivi, è importante cercare di capire quali sono le applicazioni che maggiormente si prestano ad essere portate nel cloud, e procedere poi in modo graduale, in modo da poter toccare con mano i primi risultati prima di passare ad implementazioni successive. Se le prime implementazioni vengono fatte in modo lungimirante, puntando su vendor esperti, forti di track record positivi e che offrono soluzioni basate su standard, i risultati non si faranno attendere, andando a creare un volano positivo.
L’evoluzione riguarderà anche equilibri consolidati e andrà a stimolare nuovi approcci e modelli. La governance dei processi in particolare va a rivestire grande importanza, sia lato utente che lato fornitore. Processi e obiettivi devono essere descritti in maniera chiara e univoca, in modo che sia possibile una doppia analisi, sia preliminare che ex post. Lato fornitore, viene sicuramente richiesta la capacità di comprendere gli obiettivi di business del cliente e di offrire soluzioni non solamente tecnologiche ma estese, con un forte focus sugli indicatori economici. Più in generale, l’apertura al cloud va a stimolare il passaggio dagli aspetti puramente tecnologici a quelli economici e gestionali, con la necessità di sviluppare competenze maggiori in questo senso.