[section_title title=Il punto di vista dei protagonisti: RAWSTREAM – Maurizio Taglioretti, Businessss Development]
Nonostante se ne parli diffusamente, il cloud non trova ancora la dovuta collocazione sul mercato Italiano. I principali ostacoli sono dovuti essenzialmente a due fattori: uno prettamente “italiano”, legato al fatto che le aziende sono recalcitranti ad adottare nuove soluzioni e stentano a fare da pionieri anche e forse soprattutto quando si tratta di nuove tecnologie. Purtroppo l’Information technology in generale è ancora recepita come un costo e non come fattore abilitante al business. Nuove tecnologie o, come nel caso del cloud, nuove tipologie di erogazione di servizi tecnologici, devono essere prese in considerazione dalle aziende per il rilancio della propria attività. Anche perché se così non faranno, rischiano di essere escluse dalle nuove logiche di mercato che richiedono professionalità e adeguamento agli standard internazionali.
Il secondo motivo che rallenta il cloud in Italia è dovuto alla “poca chiarezza” delle offerte dei vendor. Molte volte è difficile per il cliente finale capire quali siano esatta¬mente i costi e i risparmi collegati.
Quando un’azienda adotta una soluzione “classica” on premise, riceve una chiara offerta di quanto possano essere i costi di hardware, software, servizi di configurazione, prevendita, post vendita e rinnovi annnuali; purtroppo non è ancora così per la maggior parte dei servizi cloud.
Sicuramente nel 2013 politiche di risparmio aziendale ed esigenze prettamente collegate al business potranno dare uno slancio alla diffusione del cloud in Italia, ma i vendor hanno il dovere di fare maggiore chiarezza.