[section_title title=Il punto di vista dei protagonisti: HITACHI (HDS) – Roberto Salucci, Solution Consultant]
Sicuramente il 2013 è destinato a essere l’anno in cui il cloud computing e il cloud storage inizieranno a diffondersi compiutamente in tutti i tipi di aziende. Se fino a ora tale approccio ha stentato a decollare la motivazione risiede in parte nella confusione tra le diverse offerte che oggi il mercato offre sotto il nome di soluzioni cloud e in parte nel fatto che si tratta di una tecnologia ancora giovane. L’adozione del cloud storage, in particolare, sarà stimolata dai vantaggi in termini di flessibilità dell’infrastruttura, ma anche dalla diffusione del BYOD, che offre grandi opportunità in termini di produttività ed efficienza. I dubbi sull’impermeabilità dei dati, soprattutto in modelli di cloud pubblico dove l’infrastruttura è condivisa con altre aziende, sono sicuramente tra le maggiori preoccupazioni, ma tra gli ostacoli c’è anche la mancanza di strumenti atti a valutare e monitorare il livello del servizio erogato e l’effettiva economicità.
Perché l’utente business vuole avere più rassicurazioni da questo punto di vista, soprattutto riguardo alla gestione della multi-tenancy: le soluzioni in parte già ci sono e in parte saranno sviluppate a breve, quello che manca è la costruzione di un sistema organico, sia tecnologico che giuridico, che garantisca gli interessi di tutte le parti in gioco. Per questo, servono soluzioni cloud basate su piattaforma dotata di feature che proteggano la riservatezza e sicurezza delle informazioni contro le forme più diffuse di utilizzo e accesso illegale, così come convengono soluzioni che consentono di ottimizzare l’utilizzo della banda, riducendolo al minimo. Molti problemi possono, poi, essere risolti creando una piattaforma di cloud storage privata che permetta di accedere ai dati da ogni tipo di dispositivo senza bisogno di esportarli.