[section_title title=Network Function Virtualization?]
Di Ivan Renesto, Enterprise Solutions Marketing Manager, Dell
È troppo drammatico sostenere che non c’è più spazio per i sistemi e le architetture di rete tradizionali? Probabilmente, ma la realtà è che le reti aziendali che avremo tra cinque anni non somiglieranno quasi per nulla a quelle che avevamo cinque anni fa dato che software-defined networking (SDN), mobilità e big data trasformeranno il modo in cui le architetture vengono visualizzate e gestite. È infatti arrivato il momento dei service provider delle telecomunicazioni.
Queste aziende sono chiuse in un mondo proprietario basato su un modello arcaico. Per ogni funzionalità di rete service-oriented – che sia l’IMS, il session border controller, l’SSGN/GGSN, o anche firewall, DPI o CDN – ci sono armadi pieni di infrastrutture proprietarie che richiedono complessi processi di installazione e integrazione al fine di garantirne il funzionamento ottimale con gli altri componenti della rete, così come una gestione da parte di amministratori di rete con conoscenze specifiche di quel determinato prodotto.
I lunghi cicli dei prodotti proprietari e i rigidi standard normativi che limitano l’innovazione e la modernizzazione del settore fanno sì che il modello del telecom service provider sia a rischio, incalzato dai più agili internet service provider. Capaci di cogliere nuovi processi ottimizzati e infrastrutture flessibili per fornire servizi simili a costi inferiori, queste organizzazioni possono adattarsi alle esigenze del mercato e fornire rapidamente nuovi servizi. La scelta che questi service provider devono affrontare è quella di evolvere o soccombere.
La NFV
La Network Function Virtualization (NFV) offre il percorso per evolvere. Ai livelli più elevati, opera:
1. virtualizzando i ruoli delle differenti network function appliance in una serie di Virtual Network Function che operano su server standard e necessitano della virtualizzazione dell’infrastruttura di rete fisica per l’implementazione;
2. connettendo le NFV tra di loro per offrire un servizio specifico per il cliente, impiegando framework open-source come OpenStack per architettare, gestire, riparare e controllare le connessioni tra servizi;
3. i service provider possono oggi integrare questa infrastruttura virtuale ottimizzata con i loro sistemi di orchestrazione, nuovi o esistenti; in questo modo possono integrare l’implementazione OSS/BSS per una fatturazione e un calcolo delle tariffe dinamici, offrendo servizi nuovi in un batter d’occhio.
I vantaggi offerti ai telecom service provider sono notevoli e possono essere tutti trasferiti al cliente. Sostituire pezzi di hardware proprietario con server e networking standard offre l’agilità necessaria per offrire nuovi servizi in modo dinamico, riducendo al contempo i costi CAPEX e OPEX. In questo modo i carrier sono liberi dall’hardware lock-in che genera costi aggiuntivi e possono fornire ai clienti tutti i servizi che soddisfano le loro esigenze di business, a differenza dei service provider che non sono in grado di adattarsi così rapidamente. L’elevazione di tutte le funzioni di rete a singola infrastruttura virtuale con un framework comune significa inoltre che i costi OPEX sono ridotti, dato che la visibilità e la gestione operativa sono semplificate.
Per il provider, il processo di implementazione di una soluzione NFV è considerevolmente più rapido, soprattutto se i suoi clienti stanno virtualizzando le loro reti interne. Ne risulta che nuovi clienti possono essere inseriti nella nuova rete più rapidamente, mentre quelli esistenti possono trarre vantaggio da un upgrade in modo semplice e meno complesso. Soprattutto, l’NFV offre servizi che monetizzano l’infrastruttura.
Per continuare a leggere clicca e vai alla pagina seguente.