Un prolungato disallineamento tra reparti IT e top management rallenta l’adozione delle nuove tecnologie e mette a rischio la risposta a lungo termine alla pandemia.
Lo rivelano i dati di una ricerca di Insight, tra i principali partner globali di Microsoft, condotta su 550 responsabili IT europei secondo cui, nonostante l’importanza dell’IT per il raggiungimento degli obiettivi strategici aziendali, quasi tre quarti delle imprese (72%) considerano l’Information Technology come una “commodity” piuttosto che come un fattore abilitante per il business, e solo il 22% del campione riserva a dirigenti delle aree dei sistemi informativi un posto nel consiglio di amministrazione.
Questo atteggiamento ha conseguenze dirette per le aziende: il 55% delle organizzazioni non riesce a sfruttare le nuove tecnologie proprio perché non ascolta l’IT.
Strategie senza futuro se IT e top management non dialogano
La pandemia ha evidenziato i rischi di questa mancata sinergia tra IT e top management. L’83% dei responsabili IT ritiene che le modalità di lavoro siano state trasformate in modo permanente. Tuttavia, a fronte di questa trasformazione, almeno il 61% delle organizzazioni è restia a investire in progetti che potrebbero migliorare l’esperienza dei dipendenti o ottimizzare il business perché ritiene che le cose alla fine torneranno alla “normalità”, ovvero come erano nel periodo pre-COVID-19.
Senza affrontare questo problema, c’è il rischio reale che le imprese investano in progetti senza avere obiettivi chiari e condivisi, non riescano a comprendere l’impatto delle nuove modalità lavorative sui dipendenti, o fondino le proprie strategie su presupposti errati. Di conseguenza, queste imprese quasi certamente vedranno crescere il tasso di fallimento dei progetti legati all’innovazione a tutto vantaggio della concorrenza.
Come sottolineato in una nota ufficiale da Pietro Marrazzo, Country Manager di Insight: «La pandemia ha determinato cambiamenti profondi e permanenti nel modo in cui molti di noi vivono e lavorano. Non assisteremo a un ritorno completo allo status quo ed è assolutamente imperativo che le organizzazioni si evolvano. Il rischio di sbagliare le decisioni di investimento è sempre molto alto. Un investimento errato in questo momento potrebbe rivelarsi più dannoso che mai, limitando le possibilità di adattarsi con successo ai nuovi modi di lavorare e fare affari. Colmare il divario tra i team IT e il management deve diventare un’assoluta priorità: occorre collaborare con i dipartimenti IT su una base più strategica e valutarne il contributo rispetto agli obiettivi aziendali».
Sempre dalla ricerca emerge che:
I team IT devono misurare il proprio impatto sull’andamento del business: l’81% dei reparti IT ha la libertà di investire nel miglioramento delle proprie competenze e l’82% è impegnato a supportare i progetti aziendali. Tuttavia, il 59% non viene misurato rispetto ai KPI aziendali.
Le mancate competenze devono essere colmate per adottare con successo le nuove modalità di lavoro: il 57% delle organizzazioni afferma di dover accrescere gli investimenti nella formazione e nella tecnologia necessaria per supportare una forza lavoro a distanza, il 60% richiede maggiori investimenti nelle competenze e nella tecnologia necessarie per ottimizzare il business.
Il disallineamento tra IT e management mette a rischio i progetti: il 67% delle imprese sta lavorando a progetti volti a migliorare l’esperienza dei dipendenti e il 55% a progetti per ottimizzare il business. Tuttavia, la convinzione che le cose torneranno alla “normalità” significa che molti di questi progetti non hanno il pieno supporto dell’azienda e che quindi abbiano maggiori probabilità di fallire.
I costi del mancato coinvolgimento dell’IT: l’incapacità di interagire e ascoltare l’IT ha quasi certamente contribuito a una spesa media di oltre quattro milioni di euro per azienda che nel biennio 2018-2020 sono stati investiti su progetti che non hanno raggiunto a pieno gli obiettivi previsti o che sono falliti del tutto.
Come concluso da Marrazzo: «Il modo in cui l’IT viene percepito e utilizzato all’interno delle aziende deve cambiare radicalmente. Non basta che il Consiglio di Amministrazione abbia i responsabili IT a portata di mano, è necessario che all’IT sia riservato un posto nel board. Altrimenti le aziende rischiano di perdere terreno in un momento in cui la tecnologia digitale sta guidando il cambiamento in tutti i settori. L’IT deve essere messo in primo piano e al centro, deve guidare il cambiamento organizzativo e assumerne la responsabilità diretta. Occorre dare voce all’IT nel CdA per guidare la strategia e utilizzarne le competenze per supportare l’innovazione e individuare il percorso migliore per raggiungere gli obiettivi di business: solo così le aziende saranno in grado di affrontare le sfide del 2021 e oltre».