[section_title title=Inizia l’era del Cloud ibrido]
A cura di Colin Lacey Vice President, VP, Data Center Transformation Solutions & Services di Unisys
Durante un recente webseminar organizzato da Forrester e dedicato a come ottenere il massimo valore dagli investimenti in cloud, mi sono trovato a dibattere su quali siano gli aspetti essenziali quando si sceglie di abbracciare una strategia cloud e intraprendere il viaggio verso l’IT as a service.
L’IT spesso guarda al cloud come se fosse “l’inizio della distruzione” e cerca quindi di limitarne l’adozione. Certo, il cloud è una forza distruttiva, ma in senso positivo perché abilita nuove possibilità all’insegna dell’innovazione, della velocità e dell’agilità. Saper cogliere questo cambiamento in futuro significherà avere a diposizione una forza che consentirà di battere i propri concorrenti. Infatti, mano a mano che i processi di business diverranno più digitali, virtuali e personalizzati il cloud sarà sempre meno limitato alle aziende dell’era Internet ma si estenderà a tutto il mondo del business, rendendo possibile sviluppare una strategia hybrid cloud integrata.
Lo confermano le proiezioni di Forrester che mostrano una crescita annuale del 38% nella spesa per il cloud pubblico (IaaS, PaaS) con una spesa annua attualmente di 7 miliardi di dollari, che raggiungerà i 30 miliardi di dollari nel 2018 e i 40 miliardi nel 2020. Il mercato è quindi consistente già oggi e sta vivendo uno dei suoi momenti migliori. I dati Forrester indicano che il 13% delle aziende sta già utilizzando cloud pubblici IaaS/PaaS e il 21% possiede un cloud privato ospitato da terze parti.
Contemporaneamente emerge come il punto di partenza preferito dalle aziende che adottano il cloud sia l’implementazione di un cloud privato interno, come confermano il 33% delle aziende intervistate da Forrester che dicono di aver implementato tale cloud e il 10% che dichiara di volerlo fare da qui a fine 2014.
Alla luce di tutto queste possiamo affermare con sicurezza che ci troviamo già nell’era del cloud ibrido ed è ormai necessario sviluppare una strategia IT in grado di fare da ponte tra le risorse on-premise fisiche, virtuali e di private cloud e l’IT Operations, le risorse in hosting private e quelle pubbliche.
Partiamo allora! Ma da dove? Come può un’azienda essere sicura di avere le competenze interne necessarie per implementare una strategia cloud? A mio avviso bisogna ragionare sulle tre tappe fondamentali che caratterizzano il nostro viaggio:
1. Sperimentare il cloud – In questa fase il focus sarà costruire nel cloud, identificare le priorità degli utenti e utilizzare casistiche, stabilire metriche e concordare criteri di successo
2. Fare leva sul cloud – In questo caso l’obiettivo è spostare l’operatività, stabilire un catalogo di servizio standard, sviluppare l’automazione e fornire agli utenti un portale self-service
3. Ottimizzazione nel cloud – Fase che ci porta verso l’orizzonte IT as a service, con particolare attenzione al performance management, introducendo carichi di lavoro ibridi più complessi e facendo leva sulle tecnologie di brokering per consentire una gestione avanzata dei costi e dei vendor
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