Quando si parla di vitualizzazione dei dati una cosa è certa: negli ultimi due anni siamo stati testimoni di un boom senza precedenti in quanto a volume e varietà dei dati, nonché velocità con cui sono scambiati e resi disponibili. Le informazioni e i dati aggiornati in tempo reale sono diventati un asset sempre più strategico per le aziende, indispensabile per migliorare i servizi che sono in grado di offrire e abilitare nuove opportunità di business.
In questo contesto, la definizione stessa del dato è profondamente cambiata, e oggi possiamo pienamente parlare di una “seconda era dei big data”, scambiati con una velocità sempre maggiore e in grado di supportare pienamente la trasformazione dell’azienda, abilitando sistemi e soluzioni interconnesse flessibili e scalabili e migliorando così l’esperienza dell’utente.
Se da una parte le aziende hanno bisogno che le informazioni siano disponibili immediatamente per prendere decisioni in tempo reale e le esigenze del business in termini di dati si fanno sempre più specifiche, lo scenario nella gestione e integrazione dei dati deve ancora evolvere per poter supportare questa trasformazione. Diverse fonti di dati sono ancora archiviate in silos funzionali, separati da altre fonti e oggi, persino i data lake contengono molteplici silos di dati. Inoltre, le tecnologie emergenti, come il multi-cloud, l’intelligenza artificiale e il machine learning, comportano una crescita di volumi di dati sempre più eterogenei rendendo lo scenario sempre più complesso.
I sistemi tradizionali di integrazione dei dati non riescono a supportare tutto questo e si stanno rivelando sempre più onerosi in termini economici, di risorse e di tempo, incapaci di fare fronte al cambiamento.
La Terra Promessa della virtualizzazione dei dati
È qui che entra in gioco la virtualizzazione dei dati, una strategia moderna di integrazione che adotta un approccio completamente diverso rispetto a quelli più tradizionali, non spostando i dati fisicamente in una nuova destinazione affidabile ma bensì creando una vista virtuale sull’intero patrimonio informativo aziendale in tempo reale.
Come confermato da Gartner, entro il 2022 il 60% di tutte le organizzazioni a livello mondiale sceglierà di implementare la virtualizzazione dei dati come una modalità di delivery chiave nella propria architettura di integrazione dei dati.
Sicuramente, si tratta di una scelta più economica da mantenere per l’azienda rispetto ai tradizionali strumenti di integrazione. Replicare, spostare e archiviare fisicamente i dati molteplici volte è costoso mentre creare un livello virtuale di dati elimina la necessità dei costi di replica o archiviazione.
La virtualizzazione dei dati però non solo è un approccio sostenibile che permette di fare fronte alle sfide attuali di integrazione dei dati ma getta anche le basi per una strategia dati a “prova di futuro”.
Grazie ad essa, infatti, è possibile connettere ogni fonte di dati (database, data warehouse, cloud application, big data repository e altro), definire percorsi di integrazione, aggregazione, distribuzione (generando anche in real time informazioni, reports, dashboard, portali, mobile e Web application) e gestire il patrimonio informativo garantendo governance e tracciabilità in modo coerente rispetto alle norme e regolamenti di controllo e i processi centralizzati di sicurezza, catalogazione e discovery.
I plus della partnership strategica tra Kirey Group e Denodo
Grazie alla data virtualization, inoltre, è possibile evitare la duplicazione dei dati e semplificare e snellire il processo di unione di dati eterogenei con un conseguente risparmio sui costi di verifica dei dati (DQ & DG) e dei sistemi di memorizzazione.
Cogliendo il grande valore della data virtualization, Kirey Group ha scelto di avviare una partnership strategica con Denodo, azienda riconosciuta dagli analisti come leader nella virtualizzazione dei dati e pioniere in questo campo da oltre 20 anni, divenendo uno dei primi partner certificati dell’azienda in Italia e investendo in modo continuo sulla formazione interna rispetto alla piattaforma.
La relazione di Kirey Group con Denodo nasce sul campo nel 2019, quando le due aziende realizzano insieme una POC presso un cliente del settore bancario, e il nostro team ha modo di cogliere dal vivo il valore e il potenziale di questa soluzione.
Sebbene Kirey Group per scelta sia di solito agnostico rispetto all’adozione dei singoli strumenti tecnologici proposti dai vendor, nel caso di Denodo è stata fatta un’eccezione perché, scoprendo concretamente le potenzialità della tecnologia insieme ai nostri clienti, abbiamo deciso di investire nella soluzione e sviluppare ulteriormente le nostre competenze per coglierne appieno le potenzialità anche per i progetti futuri.
In questi primi anni insieme, abbiamo prodotto un sistema di automazione per la verifica e la quadratura dei dati di test e abbiamo in corso diverse POC e progetti con realtà del settore assicurativo e bancario per ridurre, ad esempio, la complessità dell’informazione nel data warehouse.
Uno dei principali vantaggi per i clienti, a mio avviso, è proprio la capacità che oggi Kirey Group ha di sfruttare la piattaforma Denodo per semplificare la gestione del dato e avere unico accesso a fonti eterogenee, evitando la sua ridondanza. La virtualizzazione dei dati, infatti, ci permette di stabilire un punto di accesso centralizzato per tutti i tipi di informazioni e metadati nell’azienda, consentendo la gestione della sicurezza, la governance dei dati e il monitoraggio delle prestazioni.
Anche nei prossimi mesi, l’utilizzo innovativo della piattaforma di virtualizzazione dei dati di Denodo ci consentirà di portare maggiore flessibilità all’interno delle aziende abilitando una futura innovazione, in linea con l’obiettivo che da sempre Kirey Group si pone: accompagnare le aziende nel loro percorso di evoluzione, grazie alle competenze nella gestione e orchestrazione delle tecnologie emergenti e a una esperienza consolidata in decenni di lavoro sul campo.