Pensare al reskilling delle risorse è oggi più che mai un tema al centro dell’agenda HR delle aziende, oltre che una necessità fortemente percepita dai lavoratori di vari settori. Stando, infatti, ai risultati dello studio Global Talent Trends 2021 di Mercer, le conseguenze di un’economia volatile hanno accelerato i cambiamenti nelle modalità di investire sulla forza lavoro delle aziende a livello globale.
Solo guardando a casa nostra, l’indagine “Italiani e lavoro nell’anno della transizione”, condotta dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro afferma che più di un italiano su due ha intenzione di cambiare lavoro. Nello specifico, il 55% dei lavoratori italiani, nel 2022, desidera una nuova occupazione perché insoddisfatta di quella attuale, e il 15% si è già attivato per cercare un nuovo impiego più in linea con le proprie aspettative e passioni. [1]
Una necessità, quella di rimettersi in gioco ed evolvere professionalmente, che riguarda sempre di più anche coloro che scelgono di continuare a seguire il percorso professionale intrapreso. In uno scenario che muta via via più velocemente, infatti, è richiesto da parte delle aziende un aggiornamento continuo delle competenze dei dipendenti: basti pensare che entro il 2025, il 50% di tutti i lavoratori avrà bisogno di intraprendere un percorso di reskilling.[2]
I responsabili HR italiani sono sempre più consapevoli che la necessità di mappare le competenze e avviare progetti di reskilling e upskilling non è solo finalizzata all’adeguamento delle competenze interne, ma, soprattutto, è un passaggio fondamentale per evitare l’obsolescenza tecnologica e per valorizzare il capitale umano, per permettere alle persone di specializzarsi negli ambiti più richiesti e più spendibili.
In questo scenario si inserisce Aulab, la prima Coding Factory italiana specializzata in corsi di sviluppo web, recentemente acquisita dal gruppo Multiversity, nata nel 2014 proprio con l’obiettivo di accompagnare coloro che vogliono dare una svolta al proprio percorso professionale. Aulab ha infatti sviluppato il corso Hackademy, che permette di acquisire in soli 3 mesi, le competenze di base dell’ambito tech con un approccio pragmatico basato sul learning by doing. Aulab supporta attivamente coloro che vogliono aggiungere alla propria formazione delle competenze digitali in ambito coding e intraprendere così un percorso di qualificazione o riqualificazione per essere più attrattivi sul mercato del lavoro.
Aulab inoltre accompagna gli studenti nella crescita professionale offrendo una formazione continua anche dopo il corso grazie alla community alumni strutturata per scambiare informazioni e notizie sul mondo del coding e supporta il loro inserimento nel mercato del lavoro attraverso un servizio di career advisor e eventi di talent acquisition.
Lato aziende invece, Aulab offre la possibilità di accedere a percorsi disegnati su misura volti alla formazione di nuovi talenti o al reskilling di quelli presenti in azienda.
Come sottolineato a chiosa di una nota ufficiale da Davide Neve, CEO di Aulab: «In un contesto che cambia così rapidamente è fondamentale aggiornare costantemente le proprie competenze per rimanere competitivi sul mercato del lavoro. L’esigenza di upskilling e reskilling è sempre più frequente anche tra le aziende, che sempre più si rivolgono ad Aulab per formare i propri dipendenti attraverso percorsi ad hoc, mettendo a disposizione di questi ultimi una serie di strumenti concreti per accompagnarli lungo un percorso di continuous learning».
[1]Indagine “Italiani e lavoro nell’anno della transizione” 2022, Fondazione Studi Consulenti del Lavoro
[2]Report World Economic Forum 2021-2022