È una verità indiscussa: se non si cambia, non si cresce. Crisi economiche e finanziarie, mutamenti tecnologici, evoluzione delle legislazioni, minacce informatiche e cambiamento delle aspettative dei consumatori sono tutti fattori che i business leader devono affrontare in ogni momento. Si tratta spesso di situazioni impossibili da prevedere; eppure, possono essere gestite con resilienza, promuovendo una cultura del cambiamento in azienda.
Essere resilienti significa, infatti, essere in grado di superare momenti complessi adattandosi al cambiamento e cogliendone le opportunità, con flessibilità e coraggio. Ma se il valore della resilienza è riconosciuto dai più, come creare un’organizzazione resiliente?
Per rispondere a questa domanda, abbiamo intervistato manager di aziende di tutto il mondo sul tema della resilienza e su cosa renda un’organizzazione resiliente. Ciò che è emerso è particolarmente interessante. Innanzitutto, il 97% dei manager intervistati ritiene che la resilienza sia importante o molto importante, ma solo il 47% dei rispondenti ha considerato la propria organizzazione resiliente.
Inoltre, il 46% dei manager ha dichiarato di non ritenere che la propria organizzazione sia completamente attrezzata per affrontare la disruption: un divario, questo, che abbiamo chiamato “gap di resilienza”.
Abbiamo quindi classificato le organizzazioni da quelle più resilienti a quelle meno resilienti, delineandone i trend ricorrenti e identificando le cinque aree di maggiore impatto che possono aumentare la resilienza all’interno delle aziende.
Le 5 Regole della Resilienza
1. Velocità e agilità: rispondere velocemente ai cambiamenti
Adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e rimanere competitivi è una componente chiave per un’organizzazione resiliente. Le aziende che danno priorità e investono nella loro capacità di essere rapide e agili si classificano molto più in alto nel resiliency ranking, in particolare grazie allo sviluppo della propria abilità nel rispondere e governare la disruption e adattarsi rapidamente alle circostanze. Non a caso, la maggioranza degli intervistati (il 68%) utilizza dati e IA per migliorare questi aspetti. Seguono a ruota la cybersecurity e le iniziative di digital transformation.
2. Innovazione: creare un mondo migliore
L’innovazione è la capacità delle organizzazioni di creare modelli di business, flussi di lavoro, soluzioni, prodotti o servizi innovativi attraverso la tecnologia. Abbiamo constatato che i manager di organizzazioni ad alta resilienza si concentrano sull’innovazione in tutte le aree dell’azienda, tra cui tecnologia, dati, employee engagement e altro ancora.
In particolare, abbiamo rilevato che dati e analytics sono necessari affinché le innovazioni siano fondate sulle esigenze reali dell’organizzazione e dei clienti/consumatori.
3. Equità e responsabilità: garantire l’imparzialità
Un altro filo conduttore delle organizzazioni più resilienti è l’attenzione all’equità e alla responsabilità. A livello globale, il 79% dei business leader si occupa dell’uso responsabile dei dati e della qualità dei dati su base settimanale, seguito dall’uso etico e responsabile dell’IA (73%) e dalle normative su dati e IA (72%).
Le organizzazioni più resilienti sono quelle che hanno ottenuto i punteggi più alti anche per quanto riguarda la qualità dei dati e il loro uso responsabile, le politiche di assunzione e impiego inclusive, e la diversity della forza lavoro.
4. Cultura e alfabetizzazione dei dati: diffondere gli analytics ovunque
Un’altra tendenza emersa nelle organizzazioni ad alta resilienza è l’attenzione alla cultura e all’alfabetizzazione dei dati. Secondo i leader intervistati, infatti, la data literacy è importante per tutte le funzioni aziendali, a partire dalla strategia (57%) e l’R&D (55%). Più che avere uno strumento per la gestione dei dati, le organizzazioni resilienti creano una cultura che guarda ai dati per aiutare a risolvere i problemi, rispondere alle domande e prendere decisioni.
5. Curiosità: incoraggiare l’esplorazione
Le organizzazioni più resilienti sono anche le più curiose, quello che perseguono senza sosta nuove informazioni, conoscenze e opportunità. Il nostro studio Curiosity@Work ha dimostrato che la curiosità può essere trasformativa a livello personale e il report sulle Resiliency Rules ha confermato che lo è anche a livello organizzativo. I leader ritengono che dati e analytics siano fondamentali per incoraggiare la curiosità sul posto di lavoro.
I più grandi ostacoli all’implementazione della resilienza: la mancanza di investimenti e la scarsa qualità dei dati
Dai risultati della nostra survey emerge che i business leader concordano unanimemente sull’importanza di queste regole, ma che ci sono alcuni ostacoli alla loro implementazione. Tra questi, la difficoltà nel reperire investimenti da destinare alle aree che impattano maggiormente la resilienza.
Un’altra sfida che ostacola l’attuazione delle Resiliency Rules è legata alla scarsa qualità dei dati, tanto che il 35% degli intervistati dichiara di avere difficoltà ad estrapolare gli insight necessari a definire una strategia di resilienza a causa della difficile gestione di grandi quantità di dati.
I dati da soli non bastano; è necessario saperli organizzare e analizzare affinché possano indirizzare al meglio le strategie di resilienza e, a conferma di ciò, oltre il 90% degli executive ritiene che dati e analytics siano fondamentali per ognuna delle regole di resilienza.
Dati e analytics rappresentano, dunque, il fil rouge fondamentale alle cinque Resiliency Rules e ricoprono un ruolo decisivo nella definizione di una strategia di successo, permettendo alle aziende di analizzare, capire e rispondere attivamente ai cambiamenti del mercato, in un momento più che mai discontinuo.
A cura di Tonia Calvio, Regional Marketing Director, SAS