La cybersecurity non è cosa da donne?
È una teoria vecchia quanto relativamente sconosciuta. Nel 1977, Rosabeth Moss Kanter, professoressa di gestione aziendale presso la Harvard Business School, pubblicò uno studio sulle minoranze. Le sue conclusioni erano chiare: secondo la scienziata, c’era un chiaro nesso causale tra la crescente presenza femminile in un’azienda e i suoi risultati finanziari. In altre parole, le organizzazioni con un livello di diversità di genere almeno del 35% sono più produttive e hanno più successo rispetto a quelle con un livello più basso. Da allora, queste conclusioni sono state riprese e applicate su larga scala alle società quotate – in particolare dal professore di gestione Michel Ferrary – e rimangono più rilevanti che mai.
Migliorare il tasso di femminilizzazione in IT: l’esempio di Vectra AI
La crescente presenza femminile nelle aziende IT è pienamente in linea con questo studio, con la particolarità che l’ingegneria della sicurezza informatica resta una settore fortemente maschile.
Come sostenuto da Grégory Cardiet, Director Security Engineering di Vectra AI, in stretto contatto con scuole di ingegneria specializzate: «È un fenomeno che osserviamo e su cui cerchiamo di lavorare anno dopo anno alla ricerca di talenti femminili. Ci sono poche donne in queste scuole e, quando si diplomano, noto che tendono a volersi concentrare sulla gestione dei processi. Ma noi cerchiamo tecnici, persone che abbiano un certo appetito per la dimensione tecnica».
Nonostante ciò, Cardiet riesce a reclutare personale femminile.
«Trovo che le donne portino qualcosa di diverso in una squadra, con un gruppo di relazioni dinamiche e diverse. Soprattutto perché le donne che lavorano nei nostri team raggiungono molto spesso livelli di eccellenza professionale».
“Mi è sempre piaciuta la parte tecnica”
Questo è esattamente il caso di Claire Loffler (nella foto in alto), Security Engineer di Vectra AI, specializzata nel rilevamento e nella risposta agli attacchi informatici. «Sono entrata in azienda due anni e mezzo fa», racconta. Dopo aver seguito quello che definisce un “percorso classico” in matematica e fisica, Claire ha deciso di entrare nel settore delle telecomunicazioni. Forse perché suo padre era un ingegnere in una grande compagnia telefonica?
«Mio padre non era necessariamente un modello, anche se mi ha sempre aiutato durante gli studi», dice. «Il fatto è che mi è sempre piaciuta la parte tecnica». Dopo un primo lavoro in team di rete IT, Claire ha colto l’opportunità di un’esperienza in un team di software internazionale. «Dopo un po’ ho sentito il bisogno di interrogarmi, di pensare a quello che volevo fare negli anni a venire». Pochi mesi dopo, è stata contattata da Cardiet. «Non sapevo nulla di sicurezza informatica, ma d’altra parte avevo forti capacità di rete: questo era un punto di forza. E non mi ha impedito di formarmi assiduamente e accuratamente per diversi mesi».
Valori aziendali che incoraggiano il sostegno reciproco
Claire ora fa parte di un team di prevendita in Vectra AI.
«Ho notato che le donne sono in minoranza in questo campo e ho anche letto uno studio Kaspersky che stima il tasso di donne in IT al 19%. Nel mio team in effetti siamo due donne in EMEA, su un totale di 18». Una situazione di minoranza di fatto, che non si riflette però sul lavoro e sui rapporti con il team. «Non sono mai stata screditata dai miei colleghi, non ho mai sentito la minima preoccupazione per loro, al contrario il feedback è molto buono». Oltre alla natura altamente operativa delle missioni affidate a Claire Loffler, i valori dell’azienda sembrano svolgere un ruolo importante. «In Vectra abbiamo tre parole chiave, che sono supportate dal nostro CEO Hitesh Sheth, e che guidano il nostro lavoro quotidiano: niente ‘team drama’, integrità e il cliente prima di tutto. È semplice: il nostro collega è un alleato, qualcuno su cui possiamo contare e non un avversario da denigrare».
Claire Loffler non è quindi relegata a una categoria di minoranza. Al contrario, nella sua organizzazione è un’esperta a pieno titolo e la sua voce conta tanto quanto quella dei suoi colleghi uomini. «Siamo tutti diversi, abbiamo tutti percorsi di carriera ed esperienze differenti», dice la Cybersecurity Engineer, invitando le donne a unirsi a lei nel mondo cyber. «Non c’è mai un momento di noia! Ci sono sempre forti richieste, progressi, sorprese. Alcune aziende sono pronte a muoversi verso la parità e il livello dei salari è eccellente, senza discriminazioni e con forti aumenti da un anno all’altro».
Un vero appello alla diversità di genere.