Di seguito condividiamo un articolo di Fabio Pascali, Regional Vice President Italy, Greece & Cyprus Cloudera dedicato all’adozione dell’Intelligenza Artificiale (IA) all’interno della Pubblica Amministrazione (PA). L’IA sicuramente offre molti vantaggi ma la vera sfida per le PA è quella di tradurre le linee guida emanate da AGID in azioni concrete, investendo in infrastrutture, competenze e governance. Scopriamo di più.
Buona lettura!
L’Intelligenza Artificiale al servizio della PA: come organizzare dati e processi per un’adozione responsabile
L’adozione dell’intelligenza artificiale nella Pubblica Amministrazione rappresenta un’opportunità senza precedenti per migliorare l’efficienza, l’efficacia e la qualità dei servizi offerti a cittadini e imprese. Tuttavia, per sfruttare appieno questo potenziale, è fondamentale che le organizzazioni pubbliche si preparino adeguatamente, affrontando le sfide legate a gestione dei dati, sicurezza, governance e competenze.
Le recenti linee guida dell’AGID (Agenzia per l’Italia Digitale) delineano un percorso chiaro, sottolineando la necessità di un approccio olistico che integri aspetti tecnici, etici e organizzativi. In questo contesto, alcune aree chiave richiedono un’attenzione particolare:
- Centralizzare e governare i dati: il fondamento dell’IA
L’IA si nutre di dati. Per questo, la prima sfida per la PA è quella di centralizzare e governare il proprio patrimonio informativo, spesso frammentato in silos e gestito in modo disomogeneo. Una strategia efficace prevede:
- Creare un “cervello centrale” per i dati attraverso l’implementazione un’unica piattaforma, un data lakehouse, per la gestione di dati provenienti da diverse fonti, sia interne che esterne, strutturate e non, per superare la frammentazione e avere una visione completa del patrimonio informativo.
- Definire standard di qualità dei dati chiari e misurabili, garantendo che le informazioni siano accurate, complete, coerenti e aggiornate, attivando quindi anche processi di “data cleaning” per assicurarsi di eliminare errori, duplicati e informazioni obsolete.
- Implementare politiche di governance dei dati che ne regolamentino l’accesso, l’utilizzo, la condivisione e la protezione, nel rispetto delle normative sulla privacy e sulla sicurezza, e che ne garantiscano l’accuratezza in ogni momento.
- Automatizzare la tracciabilità attraverso sistemi di lineage dei dati che consentono di ricostruirne l’origine, le trasformazioni subite e le dipendenze tra le diverse fonti per facilitare la comprensione, la gestione e la risoluzione dei problemi di qualità. Un po’ come creare il DNA di ogni dato.
- Proteggere i dati sensibili: un imperativo etico e legale
Più di ogni altro settore, la PA gestisce una grande quantità di dati sensibili, che richiedono una protezione particolare. Non sorprende quindi che le linee guida AGID sottolineino con forza l’importanza di rispettare il GDPR e altre normative sulla privacy. Per questo, è fondamentale dotarsi di:
- Strumenti per gestire anche l’AI privata:la PA può già utilizzare modelli che prevedono l’esposizione dei dati non sensibili nel cloud pubblico. Nel caso di dati sensibili, invece, può scegliere di importare i modelli di AI all’interno del perimetro di sicurezza dell’organizzazione attraverso l’adozione di piattaforme dati ibride, attivando così un’AI di tipo privato che coniuga innovazione e sicurezza.
- Misure di sicurezza avanzate:utilizzare tecniche di crittografia, controllo degli accessi, audit trail e data masking per proteggere i dati sensibili da accessi non autorizzati e da violazioni della privacy.
- Strumenti di automazione della conformità al GDPR, per la gestione del consenso, la valutazione d’impatto sulla protezione dei dati (DPIA) e la segnalazione delle violazioni.
- Processi di monitoraggio proattivo che consentono di rilevare e prevenire minacce alla sicurezza dei dati e dei sistemi di IA.
- Sviluppare competenze interne: non basta saper usare, bisogna saper governare
L’adozione dell’IA richiede competenze specifiche, sia a livello tecnico che a livello etico e legale. La PA deve investire nella formazione del proprio personale, creando team multidisciplinari in grado di:
- Gestire e analizzare i dati:acquisire competenze nell’utilizzo di strumenti di data management, analytics e machine learning.
- Costruire algoritmi etici:formare esperti nella progettazione, nello sviluppo e nell’implementazione di modelli di IA che rispettino i principi etici e legali.
- Governare l’innovazione:creare figure specializzate nella protezione dei dati e nella gestione dei rischi legali ed etici, in grado di bilanciare innovazione e responsabilità.
- Promuovere la cultura dell’IA:sensibilizzare tutti i dipendenti sui benefici e sui rischi dell’IA, promuovendo un approccio responsabile e consapevole.
- Implementare una governance centralizzata: un controllo responsabile
Per garantire un’adozione etica e responsabile dell’IA, è fondamentale definire e implementare una governance centralizzata che definisca:
- Ruoli e responsabilità chiari:assegnare responsabilità specifiche per la gestione dei dati, la sicurezza, la conformità normativa e la supervisione dei sistemi di IA.
- Processi decisionali trasparenti:stabilire processi decisionali trasparenti e documentati per l’adozione, la valutazione e l’utilizzo dei sistemi di IA.
- Meccanismi di monitoraggio e controllo:implementare meccanismi volti a garantire che i sistemi di IA siano utilizzati in modo conforme alle normative e ai principi etici.
- Coinvolgimento degli stakeholder:coinvolgere i cittadini, le imprese e le associazioni nel processo di adozione dell’IA, raccogliendo feedback e suggerimenti.
Conclusione
Le linee guida AGID rappresentano un punto di partenza fondamentale per un’adozione responsabile dell’IA all’interno della PA. Ma la vera sfida è quella di tradurre queste linee guida in azioni concrete, investendo in infrastrutture, competenze e governance. Solo così la PA potrà sfruttare appieno il potenziale dell’IA per migliorare la vita dei cittadini e delle imprese, senza compromettere i loro diritti e la loro sicurezza. La rivoluzione dei dati è già iniziata, ma il successo dipende dalla capacità della PA di abbracciare un nuovo paradigma.
di Fabio Pascali, Regional Vice President Italy, Greece & Cyprus Cloudera