L’evoluzione del mercato sfida le organizzazioni a ottimizzare i propri processi per essere più efficienti e intelligenti. Nei cicli economici negativi, come quello attuale, gran parte dei margini si giocano sulla capacità di generare efficienze. La buona notizia è che oggi disponiamo di una serie di tecnologie avanzate che ci permettono di raggiungere indici di efficienza impensabili solo pochi anni fa. Due di queste tecnologie sono destinate a essere decisive nel breve periodo per le aziende italiane e internazionali: l’iper-automazione attraverso le piattaforme Low Code e gli Advanced Analytics.
Oggi l’ottimizzazione è in gran parte guidata dall’iper-automazione, o “Cognitive Process Optimization”, basata sulla combinazione di metodologie e tecnologie che consentono alle aziende di applicare logiche di Process Mining, intelligenza artificiale e l’automazione dei processi aziendali e dei flussi di lavoro attraverso piattaforme unificate totalmente responsive e nativamente integrabili con l’ecosistema aziendale, su cui costruire, modificare ed eseguire rapidamente le applicazioni aziendali.
Secondo la nostra esperienza, l’applicazione di piattaforme Low Code può generare riduzioni fino al 50% dei tempi di sviluppo e dei costi di manutenzione del software (time to market), con ritorni sull’investimento superiori al 500%.
Si tratta di dati non trascurabili, che stanno determinando una crescita esponenziale del settore. Secondo uno studio di Gartner, entro il 2025 il 70% delle nuove applicazioni sviluppate dalle aziende utilizzerà il Low Code; un mercato che, secondo Appian, raggiungerà i 29.000 miliardi di dollari entro il 2025.
La semplicità offerta dalle piattaforme Low Code ha determinato l’estensione della creazione di applicazioni e della digitalizzazione dei processi al di là del reparto IT delle aziende. Per la prima volta, la scrittura del codice si allontana dai reparti IT e conquista nuove aree. Ciò comporta due vantaggi decisivi per le aziende: da un lato, consente di progredire verso una maggiore collaborazione e persino una convergenza tra i reparti IT e aree chiave come le vendite, la strategia o il marketing, che finora hanno spesso lavorato in modo poco sinergico. D’altra parte, la responsabilizzazione degli utenti senza conoscenze specifiche di codifica e sviluppo software per la creazione di soluzioni digitali multifunzionali ha il vantaggio di liberare il carico di lavoro del team IT, consentendo loro di concentrarsi su compiti più complessi e a più alto valore aggiunto. Da qui, il concetto di “citizen developer”.
In questo contesto di iper-automazione e generalizzazione dei sistemi Low Code, gli advanced analytics stanno assumendo un ruolo sempre più importante. Oltre all’ecosistema che integra le piattaforme di iper-automazione, le organizzazioni devono impegnarsi a trasformare i propri sistemi principali implementando soluzioni di analytics nel cloud, che non solo consentono alle aziende di migrare verso una cultura data-driven (Data Driven Organisation), ma anche di ottenere un’efficace governance dei dati come leva per guidare la redditività, identificare le opportunità e prendere decisioni di business.
In questo senso, la generazione e l’acquisizione di dati è il punto di partenza per massimizzare le prestazioni del mercato perché, oltre a fornire una conoscenza dettagliata di ogni area dell’azienda, apre finestre di opportunità per generare nuovi prodotti o servizi. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo è necessaria un’efficace governance dei dati, motivo per cui i giusti strumenti di analisi sono un complemento obbligatorio.
Due aree, quindi, l’iper-automazione attraverso le piattaforme Low Code e gli advanced analytics, che aprono le porte a un’ottimizzazione dei processi senza precedenti e sono sempre più necessarie in situazioni come quelle che stiamo affrontando nel breve periodo, in cui i margini aziendali saranno determinati più dalla capacità di generare efficienze che da una crescita significativa del business.
Non ultimo, in un contesto sempre più proiettato verso il Metaverso, questi due driver saranno sempre di più la chiave per l’evoluzione dei nostri modelli di lavoro, sempre più scalabili e sempre più attenti all’unione tra persone, processi e tecnologie a supporto della nostra quotidianità.
Di Giammaria Ripoli, Head of Digital Operations di Minsait in Italia