Non trascurare nessun workload: per quanto il concetto sia semplice, è ugualmente importante sottolinearlo.
Il motivo per cui è importante considerare tutti i workload è legato al fatto che le organizzazioni si trovano a operare in un mondo multidimensionale caratterizzato da dati, app monolitiche tradizionali, VM, soluzioni cloud-as-a-service, container e microservizi, e edge. Tutti componenti che favoriscono la dispersione di informazioni a cui ho fatto riferimento in precedenza e impediscono di raggiungere la data readiness.
Per essere veramente data ready, le aziende dovrebbero supportare qualsiasi app o piattaforma con la stessa facilità del cloud o Kubernetes, invece molti vendor costringono i clienti ad acquistare prodotti differenti per supportare diversi workload, rendendo la gestione del rischio molto più difficile.
È qui che si parla di Business Integrity Gap: il divario esistente tra il ritmo dell’innovazione e i rischi legati a una trasformazione priva di strumenti e strategie adeguati. Come è possibile evolversi in modo integrato e automatizzato soddisfacendo al contempo le esigenze degli ‘utenti’? Che si tratti di un approccio legacy o di una novità assoluta, i clienti necessitano di una soluzione unica che permetta loro di allinearsi alle best practice della trasformazione.
In quest’ottica, un’unica console di gestione diventa fondamentale. La specificità e la semplicità per ogni workload non richiedono alle organizzazioni IT di capire ed eseguire ciò che serve per rispettare gli SLA, quello che conta è fornire ai clienti il necessario per tenere il passo dell’innovazione.
In conclusione, non si possono gestire in modo olistico e completo i workload con strumenti disparati, è necessario unificare le soluzioni affinché nessuno di essi venga trascurato.