Ogni volta che guardiamo contenuti in streaming, scarichiamo certificati disponibili online, postiamo sui social media, ci sediamo alla scrivania pronti per un’altra giornata di smart working, stiamo attivando data center in qualche parte del mondo. In un’era che diventa ogni giorno più digitale, è facile dunque capire il ruolo sempre più centrale che stanno assumendo questi grandi “cervelli elettronici” determinanti per l’accesso condiviso, l’archiviazione e la gestione di enormi volumi di dati generati in tempi sempre più ristretti. Di fronte a questo scenario incalzante, la domanda quindi nasce spontanea: qual è il futuro dei Data Center? E come si evolverà il settore? In occasione dell’International Data Center Day, che si celebra il 22 marzo, Kingston Technology, leader mondiale nei prodotti di memoria e nelle soluzioni tecnologiche, ha individuato tre aspetti da tenere in considerazione:
I Data Center avranno un ruolo sempre più centrale e cresceranno esponenzialmente nei prossimi anni
Secondo l’indice Datacentermap.com, nel mondo sono collocati 4990 Data Center sparsi in 130 paesi, di cui 86 in Italia. La gestione dello storage è diventata un’esigenza sempre più reale e sentita dalle aziende di ogni settore, che fanno dei Data Center il cuore pulsante intorno a cui gravita il loro business. Lo dimostrano anche i dati: secondo le stime di crescita dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, infatti, si prevede che il fatturato nel 2023 in Italia sarà di circa 3 miliardi di euro per un numero sempre maggiore di data center che, secondo le stime, diventeranno 190. E la stima sembra aumentare: entro il 2025 si ipotizza che solo sul territorio nazionale gli impianti saranno 204. Quasi più del doppio dei data center attualmente collocati in Italia.
Con la crescita dei data center serviranno sempre più profili professionali tecnici
Con una quota di mercato del 9% a livello Eu, oggi l’Italia è al quarto posto nella classifica dei Paesi europei, insieme a Germania, Regno Unito e Paesi Bassi, per importanza dei data center. Con la crescita dei data center serviranno sempre più figure specializzate con profili più tecnici. Al contrario di quanto possa sembrare, infatti, i data center non sono interamente automatizzati, ma creano svariate opportunità di lavoro dirette e indirette, con una competenza ben precisa, ovvero la comprensione dei dati. I profili tecnici e specializzati sono tra i più difficili da reperire nel mercato del lavoro, ma la richiesta di queste figure è sempre più elevata. Infatti, i dipendenti a livello globale ritengono che la comprensione dei dati, detta anche data literacy, sarà la competenza più richiesta entro la fine del decennio (secondo il 38%), seguita dal lavoro con l’IA e l’apprendimento automatico (dichiara il 29%) e dalla scienza dei dati (segnala 24%).
I Data Center del futuro faranno della sostenibilità il loro punto di forza
In occasione del’International Data Center Day è bene ricordare che per i data center ottenere elevate prestazioni ed efficienza energetica può rappresentare una enorme sfida. In virtù delle recenti pressioni esercitate sui prezzi energetici, unitamente alla necessità di stare al passo con la crescente domanda di prestazioni, molti operatori del settore sono alla ricerca di soluzioni in grado di garantire un equilibrio ottimale tra velocità ed efficienza. Nei prossimi anni l’industria dei data center si adopererà per accelerare lo sviluppo e l’adozione di pratiche sostenibili per limitare il proprio impatto sul cambiamento climatico a livello mondiale. Già oggi, sempre più data center nel mondo sono integrati in processi di economia circolare: ciò significa che le componenti e le attrezzature sono sempre più soggetti a riutilizzo (come i server, per esempio). Ma non solo, le pratiche sostenibili dei data center sono diverse e di diversa natura: è il caso di un centro ricreativo a Exmouth, nel Devon, che utilizza un piccolo data center Edge, soprannominato “caldaia digitale” per fornire parte dell’energia necessaria per riscaldare la sua piscina. Il sistema è stato installato da una startup britannica, Deep Green, che afferma che il suo sistema potrebbe aiutare con la crisi energetica che devono affrontare migliaia di piscine britanniche.