Secondo Riccardo Fino (in foto), Data Scientist di Agile Lab Italia, L’Intelligenza Artificiale è sicuramente una delle tecnologie che caratterizzerà in modo significativo i prossimi anni, facendo il suo ingresso in numerosi e nuovi settori a supporto dell’essere umano.
Come evidenziato dai dati dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, nel 2021 il mercato italiano dell’Intelligenza Artificiale è cresciuto del 27%, raggiungendo un valore di 380 milioni di euro tra investimenti di aziende italiane (76%) ed estere (24%).
La crescita riscontrata nel 2021, quasi raddoppiata rispetto al 2020, rappresenta un segnale positivo della consapevolezza che le aziende italiane stanno sviluppando sull’importanza strategica che questa tecnologia può rivestire oggi e in futuro, in svariati ambiti operativi che spaziano dall’evoluzione del rapporto uomo/macchina, all’analisi di dati, fino agli assistenti virtuali.
Scelta che apre scenari interessanti sul fronte dell’automazione, ad esempio, con la possibilità di rendere più efficienti e precise task complessi, incrementare la sicurezza degli individui e il livello di produttività. L’IA rappresenta uno strumento prezioso in grado di supportare le aziende in numerose mansioni, spesso ripetitive e faticose. Pensiamo all’adozione, ad esempio, di robot e strumenti intelligenti che permettono agli individui di dedicarsi ad attività ad alto valore per il business in cui intelletto, empatia e creatività sono imprescindibili.
I dati sono incoraggianti, se si considera che l’Italia è un paese ancora molto legato alle tradizioni, in cui i processi di trasformazione e cambiamento sono più lenti rispetto al resto d’Europa, spesso a causa di una mentalità meno aperta all’innovazione e a timori e incertezze sull’effettivo impatto che applicazioni di IA potrebbero avere sul lavoro umano. Dibattito certo non semplice da risolvere, a cui si aggiungono costi significativi legati allo sviluppo interno delle applicazioni e una rilevante mancanza di formazione e competenza sul campo. Il percorso sarà lungo e complesso, ma la crescita di consapevolezza ed entusiasmo è decisamente forte e significativa. Proprio in questo contesto, anche le PMI, che sono state finora meno propense a investire negli stadi preliminari di tecnologie emergenti rispetto alle aziende più grandi, potrebbero ora vedere in queste nuove iniziative un riconoscimento di ufficialità e adeguata maturità all’IA da parte delle istituzioni, spingendole verso una transizione complessa ma necessaria.
Sicuramente proprio il supporto proveniente dalle istituzioni, con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e il Programma Strategico per l’Intelligenza Artificiale 2022-2024, rappresenta un importante incentivo, non solo sul piano economico, ma con l’obiettivo di trasformare il panorama digitale italiano, definire nuovi processi di investimento, concretizzare progetti tecnologici, valorizzare la ricerca e soprattutto continuare ad aumentare la fiducia in una tecnologia temuta ancora da molti.