Con la trasformazione digitale in atto, il mondo del lavoro cambia, in ogni settore e, il comparto legale non è escluso da questa rivoluzione.
La digitalizzazione, la sostenibilità e oggi con sempre più forza anche l’intelligenza artificiale, appunto, stanno ridefinendo il profilo del giurista. È questo il messaggio chiave emerso durante l’evento “Luiss meets Vertiv, 4cLegal e GPD“, che si è tenuto a ottobre presso l’Università Luiss di Roma e ha visto la partecipazione di studenti del quarto e quinto anno di Giurisprudenza e del corso in Law, Digital Innovation and Sustainability.
“Il giurista contemporaneo deve essere in grado di integrare competenze legali tradizionali con una profonda comprensione delle nuove tecnologie e delle loro implicazioni etiche“, ha dichiarato Alessandro Renna, Founder e CEO del Gruppo 4c, di cui 4cLegal fa parte. “La sfida non è solo tecnologica, ma culturale“.
Giovanna Moschetto, VP & General Counsel EMEA di Vertiv – fornitore globale di soluzioni per le infrastrutture digitali critiche e soluzioni di continuità – ha sottolineato come il ruolo del giurista d’impresa sia in una fase di profondo cambiamento: “Oggi il profilo è decisamente più manageriale e richiede una visione integrata che abbraccia innovazione e sostenibilità. L’intelligenza artificiale, se utilizzata responsabilmente, può diventare un alleato prezioso per affrontare le sfide quotidiane e strategiche“.
Sul fronte normativo, Emanuele Rumi Rios, Senior Associate di GPD – studio legale tributario con sedi a Roma, Milano e Genova – ha evidenziato l’importanza del quadro regolatorio europeo: “L’AI Act rappresenta un punto di svolta nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale. Le aziende e gli studi legali devono essere pronti alle novità che introdurrà, per un uso etico e responsabile delle nuove tecnologie“.
“La trasformazione digitale e la sostenibilità sono due facce della stessa medaglia“, ha concluso Giovanna Moschetto di Vertiv. “La sfida più grande è quella del reskilling e upskilling dei professionisti. Servono competenze trasversali che spesso faticano ad essere inquadrate nei tradizionali profili professionali“.
L’evento si è concluso con un business case sulla creazione di un codice di condotta aziendale per l’utilizzo etico dell’intelligenza artificiale, offrendo agli studenti l’opportunità di mettere in pratica le competenze acquisite durante il confronto con i professionisti.