Red Hat Enterprise Linux è alla base del sistema operativo dei primi tre supercomputer del mondo e di quattro dei primi 10, secondo la più recente classifica TOP500. Se Red Hat Enterprise Linux ha già mostrato di poter catalizzare l’innovazione in azienda grazie al cloud ibrido, queste classifiche dimostrano che la principale piattaforma Enterprise Linux del mercato, è anche in grado di fornire di soddisfare gli ambienti di calcolo più impegnativi.
Nella top ten dell’attuale lista TOP500, Red Hat Enterprise Linux funge da sistema operativo per:
• Fugaku, il supercomputer più importante al mondo, presso il RIKEN Center for Computational Sciences di Kobe, Giappone.
• Summit, il supercomputer numero due al mondo, presso l’Oak Ridge National Laboratory di Oak Ridge, Tennessee.
• Sierra, il supercomputer numero tre al mondo, presso il Lawrence Livermore National Laboratory di Livermore, California.
• Marconi-100, il supercomputer numero nove al mondo, installato presso il centro di ricerca CINECA in Italia.
Elaborazione ad alte prestazioni in architetture differenti
Red Hat Enterprise Linux è progettato per fornire un’esperienza costante, coerente e ad alte prestazioni presso quasi tutte le architetture e configurazioni hardware certificate. Gli stessi standard avanzati e la stessa coerenza sono portati anche negli ambienti di supercomputing, fornendo un’interfaccia prevedibile e affidabile indipendentemente dall’hardware sottostante.
Fugaku è il primo sistema basato su Arm ad occupare il primo posto nella lista TOP500, ed evidenzia l’impegno di Red Hat verso l’ecosistema Arm, dal datacenter al laboratorio di calcolo ad alte prestazioni. Sierra, Summit e Marconi-100 hanno invece un’infrastruttura basata su IBM POWER9 con GPU NVIDIA. Combinati, questi quattro sistemi producono più di 680 petaflop di potenza di elaborazione per alimentare una vasta gamma di applicazioni di ricerca scientifica.
Oltre ad abilitare questa immensa potenza di calcolo, Red Hat Enterprise Linux è anche alla base di sei tra i 10 supercomputer più efficienti dal punto di vista energetico del pianeta secondo la lista Green500. I sistemi che fanno parte di questa lista vengono misurati sia in termini di risultati di performance che di potenza utilizzata per raggiungerli. Parlando di supercalcolo sostenibile, il focus viene posto sulla ricerca di un approccio equilibrato tra le prestazioni e l’efficienza energetica.
Nella top ten della lista Green500, Red Hat Enterprise Linux è il sistema operativo per:
• A64FX prototipo, al numero quattro, è stato creato come sistema per testare e sviluppare il supercomputer Fugaku, e si trova nella sede Fujitsu a Numazu, Giappone.
• AIMOS, supercomputer numero cinque della lista Green500 con sede presso il Rensselaer Polytechnic Institute di Troy, New York.
• Satori, settimo sistema più efficiente al mondo, installato al MIT Massachusetts Green High Performance Computing Center (MGHPCC) di Holyoke, Massachusetts. Serve come sede del progetto Mass Open Cloud (MOC), dove Red Hat supporta diverse attività.
• Vertice al numero otto.
• Fugaku al numero nove.
• Marconi-100 al numero dieci.
Dal laboratorio al datacenter, e oltre
I moderni supercomputer non sono più monoliti costruiti appositamente con costosi componenti su misura. Ogni supercomputer su cui gira Red Hat Enterprise Linux utilizza hardware che può essere acquistato e integrato in qualsiasi data center, rendendo possibile per le organizzazioni l’utilizzo di sistemi aziendali simili in tutto e per tutto a quelli utilizzati nella ricerca spinta. Indipendentemente dall’hardware sottostante, Red Hat Enterprise Linux fornisce ai supercomputer una base comune da far funzionare, gestire e mantenere allo stesso modo dei sistemi IT tradizionali.
Red Hat Enterprise Linux apre alle applicazioni di supercomputing anche i progressi della più classica IT aziendale, compresi i container Linux. Lavorando a stretto contatto nelle comunità open source con organizzazioni come il progetto Supercomputing Containers, Red Hat sta aiutando a guidare i progressi per rendere Podman, Skopeo e Buildah, componenti del toolkit di container distribuiti di Red Hat, più accessibili per la costruzione e la distribuzione di applicazioni di supercomputing containerizzate.
“Il supercalcolo non è più il dominio dell’hardware e del software costruiti su misura”, spiega Stefanie Chiras, vice president and general manager, Red Hat Enterprise Linux Business Unit, Red Hat. “Con la crescita di Linux tra le varie architetture, il calcolo ad alte prestazioni si è evoluto per fornire una potenza di calcolo scalabile per alimentare le scoperte scientifiche. Red Hat Enterprise Linux fornisce già una solida base per l’innovazione al mondo delle imprese e, visti i recenti risultati della lista TOP500, siamo lieti di fornire questa stessa piattaforma – accessibile, flessibile e open – ai computer più potenti e più efficienti al mondo”.