Nel contributo che vi proponiamo qui di seguito, Daniele Cremonini, Head of Aerospace & Defence BU di E4 Computer Engineering, spiega perché il futuro dei dati è sempre più integrato. Secondo il manager, infatti, una moderna strategia multi-cloud non può che partire da una efficace implementazione di un cloud privato per garantire la sicurezza dei dati aziendali più critici.
Buona lettura.
Anche il 2023 sembrerebbe confermare che gli investimenti in cloud pubblico sono destinati ad aumentare, come svelato da un’indagine di ESG[1] pubblicata lo scorso dicembre. Il perché di questo trend è facilmente spiegabile se analizziamo i vantaggi in termini di scalabilità, accessibilità, costi operativi contenuti, facilità di implementazione e affidabilità che questa tecnologia offre alle aziende di ogni dimensione in Italia e all’estero.
La realtà, tuttavia, pare essere un’altra, perché secondo l’altrettanto autorevole istituto di ricerca Forrester[2], infatti, oltre il 60% delle aziende utilizza data center basati su cloud privato o ibrido, mentre per Gartner[3], sebbene il cloud pubblico sia largamente adottato, le infrastrutture dovranno essere oggetto di un’ottimizzazione e i team dei data center adotteranno i principi del cloud “on-premise”.
Punto di partenza: creare e gestire un cloud privato
Privato o pubblico, quando parliamo di cloud non abbiamo a che fare con una situazione solo transitoria. Spesso la natura troppo sensibile di dati e progetti fa sì che il loro trasferimento nella “nuvola” non rappresenti un’opzione percorribile, tanto meno se le applicazioni che li richiedono sono “on-premise”, in quanto archiviarli in remoto e pagare i costi di recupero sarebbe poco sostenibile da un punto di vista finanziario.
Alla luce di tutto ciò, sorge l’esigenza per i team IT di trovare modalità che consentano di ospitare, gestire e distribuire le proprie applicazioni, i dati e i carichi di lavoro in propri cloud privati con i benefici e i vantaggi del cloud pubblico. Questo approccio multi-cloud presenta anche alcune sfide, in termini di complessità gestionale, integrazione, sicurezza e conformità. Tuttavia, il punto da cui partire deve essere la creazione e gestione di un cloud privato.
On-premise e multi-cloud: il futuro dei dati è integrato
Implementarne uno offre diversi vantaggi chiave in termini di sicurezza dei dati aziendali critici. In parole semplici l’azienda ha il pieno controllo sui dati sensibili e l’accesso a essi, può implementare misure di sicurezza personalizzate per proteggerli. Con un cloud privato è, inoltre, in grado di porre in essere controlli e procedure che rispettano eventuali regolamentazioni garantendo una piena compliance legale. Non meno importante, in un ambiente del genere, è garantito un elevato livello di resilienza e continuità operativa.
Una volta che il cloud privato è implementato in modo efficace e la sicurezza dei dati è garantita, l’azienda può quindi espandersi nell’ambiente multi-cloud, utilizzando anche servizi cloud pubblici, ibridi e cloud storage geo-distribuito per sfruttare al meglio le opportunità offerte da diverse piattaforme.
E se la scelta fosse una soluzione “cloud neutral”?
A tal fine sono diverse le strade da percorrere. Cloud privato basato su software, soluzioni di private cloud “pre-confezionate”, containerizzazione e orchestrazione. AWS e Microsoft forniscono, per esempio, l’infrastruttura – della quale sono proprietari e gestori – da collocare nel data center privato dell’azienda. Il problema di questo approccio è dato dal fatto che non risolve tutti i problemi di gestione multi-cloud poiché ci si ritrova con solo due (o più) silos di cloud nel proprio data center.
Recentemente, tuttavia, è emersa una nuova soluzione, che possiamo definire “cloud neutral”, la quale replica la semplicità, l’elasticità e le funzionalità self-service del cloud pubblico, combinando hardware e software ottimizzati in modo decisamente più semplice da fruire e gestire.
Grazie alla sua natura, consente di creare una vera esperienza cloud per tutti gli sviluppatori, indipendentemente dal luogo in cui vengono eseguiti i carichi di lavoro. Costruendo il proprio marketplace di modelli e immagini, si può controllare l’ambiente degli sviluppatori in modo che le applicazioni e i carichi di lavoro siano progettati per rimanere “on-premise”, mentre altri siano sviluppati per garantire la portabilità tra i vari provider di cloud pubblico. Per i primi è possibile ottenere significativi risparmi sui costi, eliminando le spese di uscita, e semplificando i contratti di assistenza e di licenza associati ai precedenti cloud “fai da te”.
Il futuro dei dati nelle mani di E4 Computer Engineering
Questa semplicità risolve anche il cosiddetto problema del “secondo giorno”, ovvero le criticità che insorgono nel gestire l’operatività di un cloud privato basato su software e hardware di più fornitori, e fa, di conseguenza, venir meno l’esigenza di affidarsi a ingegneri altamente qualificati dedicati a garantirne l’operatività, consentendo loro di focalizzarsi su progetti finalizzati al raggiungimento degli obiettivi strategici aziendali.
Un approccio moderno, semplificato e ottimizzato al cloud privato on-premise, permette di ottenere numerosi vantaggi da una strategia multi-cloud. Ed E4 Computer Engineering sa come interpretare il futuro dei dati ed è in grado di configurare la migliore soluzione on premise in funzione del mercato e delle caratteristiche dei dati aziendali.
[1] ESG: “The 2023 Technology Spending Intentions Survey” – Dicembre 2022
[2] Forrester: “Enterprise Data Center Automation Survey” – Marzo 2022
[3] Gartner IT Infrastructure, Operations & Cloud Strategies Conference – Maggio 2023