Fincons Group, affermata IT business consulting e system integration family company che opera a livello internazionale, è socio sostenitore del Digital Transformation Institute, la prima Fondazione riconosciuta di ricerca italiana sulla digital sustainability volta allo studio delle dinamiche della “rivoluzione di senso” indotta dalla trasformazione digitale, con particolare riferimento agli impatti sulla sostenibilità ambientale, culturale, sociale ed economica.
La Fondazione aggrega alcune tra le principali realtà italiane attive sui temi della sostenibilità in ambito tecnologico e digitale: Università, Aziende, Istituzioni ed esperti indipendenti. Il programma di lavoro si propone di supportare il Paese in questa fase difficile e fondamentale che lo proietta verso la nuova normalità, nella quale non solo il ruolo delle tecnologie sarà determinante, ma lo sarà anche guardare ad esse come strumenti di sostenibilità.
Afferma Stefano Epifani, Presidente della Fondazione e autore del libro ‘Sostenibilità digitale’: “La trasformazione digitale è una vera e propria rivoluzione di senso. Non guarda soltanto al come si fanno le cose, ma definisce cosa abbia senso fare in un contesto che vede nel digitale un elemento di trasformazione di persone, ambiente, economia e società. Ma anche e soprattutto uno strumento per costruire un futuro migliore. Ed il futuro sarà migliore se sostenibile. La sostenibilità digitale indica da una parte il ruolo delle tecnologie digitali quali strumenti per lo sviluppo di un futuro sostenibile, dall’altra la direzione da dare alla tecnologia digitale perché sia sviluppata sulla base di criteri di sostenibilità.”
Con la partecipazione dei soci e attraverso iniziative di ricerca, di comunicazione e di advocacy, la Fondazione contribuisce, da una parte, all’identificazione delle modalità con le quali la trasformazione digitale possa essere funzionale al perseguimento degli obiettivi di sostenibilità definiti nell’ambito di Agenda 2030, dall’altra allo sviluppo di una riflessione strutturata su come la digitalizzazione debba essere attuata sulla base di criteri di sostenibilità, anche con riferimento al ruolo delle piattaforme e dei fenomeni economici e sociali ad esse connessi.
“Sono fermamente convinto della profonda relazione tra innovazione e sostenibilità – afferma Francesco Moretti, Group Deputy CEO e CEO International di Fincons Group – e in questo senso penso che le grandi multinazionali della tecnologia, quale è Fincons Group, giochino un ruolo fondamentale nell’immaginare e sviluppare soluzioni sempre più sostenibili, grazie ad una trasformazione digitale consapevole e che metta sempre la persona al centro. Un approccio che produce come risultato virtuoso un processo di auto-responsabilizzazione che porta ognuno ad impegnarsi non solo in attività volte al miglioramento dell’ambiente, ma ad un miglioramento a 360 gradi, di sé stessi e di ciò che ci circonda. Che è, poi, la vera sostanza della sostenibilità.”
L’attività di sensibilizzazione sta iniziando a dare i suoi frutti, ma potrebbe volerci ancora del tempo perché tutta l’opinione pubblica sia allineata. La spinta al cambiamento deve sicuramente essere gestita dall’alto, con una responsabilità normativa e di logica attenta agli investimenti. Ma la spinta deve arrivare anche dalle aziende e in modo più diffuso dal basso.
“All’interno delle aziende credo sia fondamentale attivare dei tavoli di lavoro e creare un coordinamento tra progetti interfunzionali, con il coinvolgimento delle più importanti direzioni aziendali: le Risorse Umane, la Direzione Procurement per i rapporti con i fornitori, la Direzione Comunicazione che ha l’obiettivo di sensibilizzare su tematiche fondamentali – commenta Michele Moretti, CEO di Fincons Group – Bisogna guardare tutti insieme verso risultati non solo immediati e circoscritti, ma avere una visione sempre attenta all’impatto che le decisioni di oggi hanno sul futuro di tutti noi e delle generazioni a venire. Sentiamo tutti l’esigenza di compiere una trasformazione, e per questo ci vuole la forza e il coraggio di andare oltre l’impulso istintivo a riprendere la forma precedente rispetto a quella che è la profonda metamorfosi attesa.”