L’esigenza di cambiare il proprio fornitore di energia può derivare da diversi motivi, come il desiderio di risparmiare sui costi o la necessità di un servizio più affidabile.
Spesso, le tariffe proposte variano significativamente tra i diversi fornitori, e scegliere un’offerta più conveniente e più adatta alle proprie esigenze può ridurre notevolmente la spesa in bolletta.
Ma come si fa? Sebbene possa sembrare una procedura complessa, con le giuste informazioni è possibile trovare un’offerta luce ideale e cambiare fornitore in modo semplice e veloce, senza interruzioni del servizio.
Come si fa un cambio fornitore?
Per effettuare il cambio, è necessario seguire alcune fasi, nello specifico:
- Scegliere l’offerta adatta: il primo passo per cambiare fornitore di energia è trovare l’offerta che più si adatta ai propri bisogni, considerando diversi fattori come il tipo di tariffa (fissa o variabile), la possibilità di utilizzare energia rinnovabile, il servizio clienti, la disponibilità di servizi aggiuntivi e le condizioni economiche proposte;
- Contattare il nuovo fornitore: dopo aver scelto l’offerta, bisogna contattare il nuovo fornitore per comunicare la volontà di stipulare un contratto. In questa fase, sono richiesti alcuni documenti, tra cui il codice fiscale, un documento d’identità, l’ultima bolletta del precedente fornitore, il codice POD (riportato sulla bolletta), i dati di contatto (telefono o email) e il codice IBAN, se si ha intenzione di attivare la domiciliazione bancaria per i pagamenti;
- Firmare il contratto: quando il nuovo operatore ha ricevuto tutte le informazioni, invia il contratto al nuovo cliente, che deve firmarlo. Il contratto indica anche la data prevista per il passaggio alla nuova fornitura;
- Attendere il cambio fornitore: a questo punto bisogna attendere che il nuovo fornitore gestisca il cambio. Come già accennato, durante questo periodo la fornitura di energia non subisce interruzioni.
Quali sono le tempistiche?
Il processo di cambio fornitore per la luce generalmente richiede dai 1 ai 2 mesi. Lo “switch” effettivo avviene solitamente il primo giorno di ogni mese, a condizione che la procedura sia avviata entro il giorno 10 del mese precedente. Se la richiesta viene effettuata entro questa data, il cambio si completerà nel mese stesso, altrimenti l’attivazione sarà posticipata al mese successivo.
In media, tra la sottoscrizione del contratto e l’attivazione della nuova fornitura passano circa 45-60 giorni. Questo tempo è dovuto al fatto che, nel caso in cui il contratto venga sottoscritto online o telefonicamente, il consumatore ha 14 giorni per esercitare il diritto di ripensamento. A questi va aggiunto il periodo necessario al nuovo fornitore per comunicare il passaggio al precedente, dai 20 ai 40 giorni.
Quanto costa cambiare fornitore?
Questo cambio potrebbe comportare alcuni costi. In primo luogo, il nuovo fornitore potrebbe richiedere un deposito cauzionale, soprattutto se non si sceglie l’addebito automatico sul conto corrente. Questo, che serve a tutelarsi da eventuali morosità, è solitamente pari a 11,5€ per ogni kW di potenza impegnata e deve essere specificato nel contratto.
Con la chiusura del contratto, poi, il vecchio fornitore emetterà una bolletta di chiusura entro sei settimane dalla data di cambio fornitura, che include la restituzione dell’eventuale deposito cauzionale versato.