L’entusiasmo di tutti coloro che operano nel settore delle telecomunicazioni e della tecnologia potrebbe raggiungere nuove vette grazie alle stime secondo cui il mercato dell’edge computing potrebbe valere 34 miliardi di dollari entro il 2025 – ma quello che stimola maggiormente gli specialisti dell’Hi-Tech è l’effetto a catena che si verrà a creare. L’incentivo economico creato dalle aziende che sfruttano l’edge computing è difficile da quantificare, ma non impossibile da immaginare. Se andiamo a considerare l’impatto di business avuto in passato da Internet, cloud computing e telefonia mobile, è possibile estendere il paragone alla previsione futura anche alla diffusione su scala dell’edge computing.
Certo, non siamo ancora arrivati a questo punto. Per sbloccare il pieno potenziale delle attività sull’edge, dobbiamo pensare al di là delle tradizionali architetture di reti centralizzate. È necessario garantire comunicazioni edge-to-edge sicure e interoperabili tra diversi cloud pubblici e privati.
Questi aspetti sono alla base dell’idea del “cloud mesh”. È possibile immaginarlo come un tessuto, simile al campo gravitazionale che orchestra l’universo dove la “rete” è un’architettura di riferimento che consente ai diversi cloud di comunicare, condividere dati e interoperare tra loro in modo diretto, dinamico e non gerarchico.
Servizi applicativi, messaggistica e sicurezza dei dati tra i cloud edge, nonché la connettività di rete sicura edge-to-edge, saranno coordinati grazie all’introduzione del cloud mesh e l’interoperabilità tra dispositivi edge e dati in esecuzione su diversi cloud sarà ottimizzata attraverso protocolli di calcolo, comunicazione e sicurezza standardizzati. (Ulteriori approfondimenti di Red Hat sull’argomento sono disponibili qui: 5G with Open Architecture, Edge Applications on Kubernetes, Application Distribution with Multi-Clusters).
Uno dei principali vantaggi consiste nel consentire l’utilizzo di più set di dati in tempo reale per risolvere le principali sfide del settore (e della società). Ad esempio, un’auto connessa che fa parte di una rete cloud mesh può comunicare con altri veicoli e accedere a informazioni sul traffico o sulle strade senza dover interagire con un cloud centralizzato. Oppure, che offre servizi di emergenza può raccogliere rapidamente i consigli di esperti che si trovano in remoto o informazioni provenienti da fonti diverse per rispondere dinamicamente a una situazione in evoluzione.
Si tratta di un enorme balzo in avanti rispetto al punto in cui ci troviamo. Oggigiorno, gran parte dell’edge computing è alimentato da cloud con architetture standard e tradizionali. Questo limita l’integrazione e l’interazione edge-to-edge e, di conseguenza, i casi d’uso e i risultati economici. È importante iniziare a evolvere il nostro modo di pensare; le decisioni che prendiamo oggi dovrebbero basarsi sul modello di connected edge che vogliamo costruire tutti insieme, e non su edge cloud centralizzati che ci limitano.
In termini generali, il cloud mesh comprende quattro elementi chiave. Alcune di queste tecnologie esistono già oggi, mentre altre sono in fase di sviluppo:
1. Una Infrastruttura altamente distribuita (calcolo, storage, connettività) che si trovi ovunque, combinando la presenza complessiva dei fornitori di cloud pubblici e degli ambienti on-premise.
2. Un Cloud che sia presente ovunque e che sia estendibile in modo unificato e sicuro su tutte le diverse infrastrutture pubbliche, private, bare-metal, virtuali e di altro tipo, e dove distribuzione, operazioni e gestione siano coerenti. Ciò richiede una piattaforma open hybrid cloud (come Red Hat OpenShift) in grado di gestire e scalare le applicazioni nei container, indipendentemente dall’ambiente sottostante.
3. Una Connettività onnipresente che fornisca una connessione libera dalle limitazioni della rete tradizionale.
4. Un Coordinamento autonomo di applicazioni e servizi attraverso l’intera rete infrastrutturale distribuita e tramiti i diversi livelli di connettività.
Per passare dalla teoria alla pratica sarà necessario un lavoro di squadra. Il mondo delle telecomunicazioni ha già collezionato un buon numero di collaborazioni, dagli accordi di licenza agli standard tecnici, dai test di interoperabilità ai brevetti. E progetti come 5G-VINNI e FUDGE-5G dimostrano i progressi che si possono fare quando si coinvolgono fornitori di tecnologia, governi e istituti di ricerca. Tuttavia, per realizzare questo approccio completamente nuovo, il sistema deve essere più che mai “aperto”, con una stretta integrazione, standard comuni e obiettivi condivisi.
Per i fornitori di servizi, il cloud mesh non è semplicemente un’opportunità infrastrutturale. Può essere la risorsa più costosa, ma i clienti sono certo più importanti e preziosi. Per questo, i fornitori di servizi devono continuare a concentrarsi sulle relazioni con i clienti e sui dati, valutando attentamente gli accordi commerciali che danno accesso a questi ultimi.
Dobbiamo anche considerare le figure necessarie per sviluppare e gestire un cloud mesh. Abbiamo bisogno di esperti di networking? Abbiamo bisogno di professionisti dell’infrastruttura cloud? Di persone che conoscono architettura applicativa e sicurezza? Molto probabilmente abbiamo bisogno di competenze ed esperienze diverse che si uniscano in un’unica forza trainante. Molto probabilmente ci troviamo di fronte a una professione completamente nuova: il Cloud Mesh Executive.
Entro il 2025, si prevede che ci saranno 150 miliardi di dispositivi edge, dalle auto intelligenti alle case intelligenti, dalla tecnologia indossabile ai robot di fabbrica, fino ai kit AR e VR che inaugureranno l’alba del metaverso. A quel punto, il 5G sarà possibile in un numero maggiore di luoghi e consentirà ai dati di muoversi più velocemente. La connessione diretta, dinamica e non gerarchica degli edge cloud è il pezzo mancante di questo puzzle: coordinerà ciò che rischia di diventare troppo frammentato; permetterà un accesso sicuro ai dati, ovunque essi si trovino, per consentire l’innovazione. In breve, il cloud mesh sbloccherà il pieno potenziale delle attività sull’edge trasformando le aziende, le industrie e la società.
Di Honoré LaBourdette, vice president, Telco, Media & Entertainment Ecosystem, Red Hat