L’intelligenza artificiale può essere un motore di valore importante, ma solo se applicata ai casi d’uso corretti. A volte, infatti, l’automazione o altri approcci consolidati possono essere più efficaci. La chiave per i responsabili IT è capire perché l’AI sia la scelta migliore per una specifica esigenza aziendale. Quando la decisione di adottarla è guidata da una chiara comprensione del suo potenziale, sono tre i fattori che si rivelano cruciali per un successo duraturo.
1. Adozione da parte degli utenti
Il successo di ogni tecnologia si misura dalla sua adozione. Tuttavia, affinché sia realmente efficace, questo non significa imporre l’uso di un nuovo strumento di GenAI dall’oggi al domani, ma promuoverne un’adozione graduale e mirata.
È opportuno iniziare con un caso d’uso critico per un gruppo specifico. Ad esempio, automatizzare la revisione e il riepilogo di documenti legali complessi o addestrare una chatbot per fornire assistenza tecnica al team di vendita. L’obiettivo è dimostrare il valore aggiunto dell’AI in modo tangibile. Una volta raggiunti risultati concreti e un buon livello di adozione, si potrà estendere l’implementazione ad altre aree e team.
Dalla nostra esperienza di implementazione graduale della GenAI, abbiamo imparato l’importanza dia:
· Monitorarne l’adozione in ogni fase e comunicare costantemente i progressi. Se l’adozione da parte di un determinato gruppo è bassa, è necessario identificare gli ostacoli al fine di superarli.
· Incoraggiarne l’utilizzo grazie a promemoria automatici per chi non si affida regolarmente allo strumento da tempo e riallocare eventuali licenze inutilizzate.
· Aspettarsi un calo dell’adozione a ogni nuova fase di implementazione, gli utenti infatti si adattano allo strumento, e rafforzare supporto e formazione senza scoraggiarsi.
· Non sottovalutare l’importanza della gestione dei dati. Una solida governance delle informazioni è essenziale per garantire che i modelli di AI siano addestrati con dati di qualità. “Acquisire, classificare e ripulire” dovrebbe essere un mantra.
2. Manager mentori
I manager di tutti i livelli, dalle risorse umane all’IT, svolgono un ruolo fondamentale nel guidare l’adozione e l’impatto della GenAI. Devono supportare i team ad integrare i nuovi strumenti nei flussi di lavoro e a servirsi di nuove modalità operative. Secondo uno studio di BCG, i manager che ottengono i migliori risultati nell’adozione della GenAI si distinguono per tre comportamenti chiave: la utilizzano in prima persona, dedicando tempo alla sperimentazione e diventando un esempio per i loro team, creando così un effetto ’palla di neve’; coltivano un ambiente di lavoro positivo e incoraggiante, dove i dipendenti si sentono liberi di sperimentare senza timore di sbagliare; e condividono con i loro team in modo chiaro ed efficace la loro fiducia nel potenziale della GenAI di migliorare il lavoro.
3. Formazione costante
I dipendenti hanno bisogno di risorse adeguate per adattarsi a nuovi modi di lavorare. La coerenza è fondamentale nel processo di abilitazione. Ecco alcune iniziative di formazione che abbiamo implementato con successo:
· Invio di email periodiche con brevi video tutorial e casi di successo. Queste comunicazioni possono essere utilizzate anche per presentare nuove funzionalità.
· Webinar periodici che presentano casi d’uso aziendali di GenAI rivolti a un pubblico interfunzionale.
· Workshop pratici per gruppi aziendali specifici che approfondiscono come ottimizzare i prompt dell’AI per ottenere risultati migliori.
· Una knowledge library in continua evoluzione contenente tutti i materiali di formazione, accessibile su richiesta dai dipendenti. Abbiamo integrato nel nostro programma anche meccanismi di feedback
per confrontarci regolarmente con i responsabili dei team e migliorare continuamente le nostre iniziative.
L’entusiasmo per l’AI è palpabile, e a ragione. È una tecnologia rivoluzionaria che offre un potenziale enorme. Tuttavia, come per ogni innovazione, è necessario un approccio ponderato. Concentrandosi sul “perché”, sull’adozione da parte degli utenti, sul supporto manageriale e sull’abilitazione costante, i responsabili IT possono superare le sfide comuni, generare valore tangibile e costruire programmi di AI duraturi e di successo.
A cura di Omer Grossman, global chief information officer di CyberArk