Gli Stati Uniti si defilano. Entro il 2015 la centralità americana sull’assegnazione dei nomi e dei domini su internet verrà smembrata a favore di una governance globale della rete. L’Icann, agenzia no profit che dal 1998 è il regolatore globale di internet, non subirà più una gestione centrale a stelle e strisce, dunque. Questa la risposta dell’amministrazione Obama alla preoccupazione scaturita dallo scandalo sull’opera di spionaggio attuata dall’Nsa.
Nonostante questa storica svolta, l’insurrezione non si lenisce. A non approvare la mossa Usa sono le internet company americane e alcuni esperti della rete, preoccupati dal fatto che dare un maggior ruolo a Paesi come la Russia e la Cina nella regolamentazione del web potrebbe portare a gravi episodi di censura e ad una restrizione della libertà d’espressione.
C’è inoltre chi già parla del rischio di una balcanizzazione del web. Ma dagli Stati Uniti arrivano rassicurazioni circa il fatto che l’Icann rimarrà un ente libero dal condizionamento dei governi, in grado di garantire una rete aperta, accessibile, ma allo stesso tempo sicura e stabile.
La prima tappa di questa fase di trasformazione sarà il prossimo meeting di Icann, a Singapore, il prossimo 23 marzo. “È arrivato il momento di avviare un processo di transizione”, ha spiegato il Dipartimento del Commercio Usa. La decisione del governo americano è stata accolta con soddisfazione dall’Icann: ”Invitiamo tutti i governi, il settore privato, la società civile e le organizzazioni coinvolte in internet di tutto il mondo ad unirsi a noi per attuare questa fase di transizione – ha commentato il presidente Fadi Chehade –. Tutte le parti interessate meritano di aver voce in capitolo allo stesso modo nella gestione e nella governance di questa risorsa globale”.