Zscaler, specialista nella cloud security, rivela i progressi ottenuti nel percorso di affermazione di Internet quale nuova rete aziendale nel Report EMEA 2020 sullo stato della trasformazione digitale redatto da Atomik Research attraverso un sondaggio online che ha coinvolto 606 CIO, CISO e responsabili dell’architettura di rete all’interno di aziende con più di 3.000 dipendenti, con sede nel Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Svezia e Paesi Bassi.
Il report di quest’anno rileva che due terzi (66%) delle imprese europee hanno spostato la maggior parte delle loro applicazioni aziendali su cloud. L’Italia è al primo posto con il 53% delle aziende che ha spostato più della metà delle proprie applicazioni sul cloud, seguita da vicino dal Regno Unito (50%), Germania e Francia (entrambi al 45%) e Svezia (30%). Inoltre, quasi la metà (48%) delle imprese europee prevede che il numero di persone che lavorano a distanza crescerà tra il 25 e il 50% nel prossimo anno.
Tuttavia solo un terzo dei responsabili delle decisioni (33%) ritiene di disporre di un’infrastruttura di accesso da remoto sicura.
Sicurezza in cima alle priorità
Rispetto al report dello scorso anno, non sorprende che la sicurezza sia ancora in cima alla lista degli ostacoli alla trasformazione digitale con un’incidenza ancora maggiore quest’anno: il 42% degli intervistati in tutta Europa ha segnalato infatti proprio le problematiche in quest’ambito. I costi e la mancanza di competenze interne sono stati citati da oltre un terzo degli intervistati (36%), incalzati dalla complessità (35%).
A livello nazionale, l’Italia (50%) è la più preoccupata per la sicurezza, seguita dal Regno Unito e dalla Germania (46%), nonché dalla Svezia (43%). In particolare, la mancanza di competenze specifiche interne è molto sentita in Svezia (44%), in Italia (42%) e in Germania (41%).
Come sottolineato in una nota ufficiale da Ismail Elmas, Vice presidente EMEA & APAC di Zscaler: «Le aziende hanno finalmente compreso i vantaggi del cloud, sia per quanto riguarda l’agilità a livello aziendale sia per la flessibilità della forza lavoro. Tuttavia, le sfide indicate dalle aziende implicano che la trasformazione non stia avvenendo abbastanza velocemente. Le difficoltà con le configurazioni multi-cloud, la complessità e la sicurezza sono le stesse di sempre, ma richiedono una nuova visione per le moderne infrastrutture di rete. Il fatto che così tante aziende stiano ancora combinando la loro infrastruttura cloud con soluzioni di remote desktop e VPN tradizionali implica che non riusciranno ad affrontare efficacemente queste sfide. Con il telelavoro che probabilmente sarà il nuovo standard almeno per il prossimo futuro, le aziende devono cercare metodi più sicuri per proteggere i propri dipendenti e offrire un accesso che sia contemporaneamente semplice e performante».
Aziende italiane in ritardo sull’approccio SASE
Poco più di un terzo (34%) delle aziende sta valutando nuove soluzioni di sicurezza in base alle crescenti esigenze legate telelavoro. Alla domanda sulle loro conoscenze e sui loro piani intorno alla strategia Secure-Access Service Edge (SASE), il framework di sicurezza incentrato sull’utente che combina funzionalità WAN complete con una serie di funzioni di sicurezza della rete definite da Gartner, gli intervistati hanno risposto come segue: il 55% prevede di adottare questo approccio, o spostando tutte le entità allo stesso tempo (36%) o entità separate (filiali, entità mobili ecc.) nel tempo (19%). Mentre quasi la metà (49%) delle imprese tedesche e svedesi e il 41% di quelle olandesi pianificano la transizione contemporanea a SASE di tutte le realtà aziendali, le imprese britanniche, francesi e italiane sono già in ritardo. Solo il 27% delle imprese nel Regno Unito e in Francia e il 23% di quelle italiane pianificano la transizione in una sola volta, mettendosi così in una posizione di svantaggio, poiché le imprese tedesche, svedesi e olandesi godranno dei vantaggi di un approccio SASE molto più rapidamente.
Sebbene il framework SASE offra una serie di vantaggi, è chiaro le preoccupazioni legate alla sicurezza siano alla base del passaggio a SASE. Il vantaggio principale più comunemente citato e più interessante per tutti gli intervistati consiste nella riduzione del rischio di minacce alla sicurezza e di perdita di dati tra le informazioni distribuite (50%) seguito da una migliore visibilità e controllo della rete tra tutti gli utenti e le piattaforme cloud (39%) e da una minore complessità/maggiore agilità dell’infrastruttura (36%).
Per Nathan Howe, Head of Transformation Strategy EMEA in Zscaler: «Siamo stati piacevolmente sorpresi dal fatto che il framework SASE sia così presente nelle tabelle di marcia di un numero così elevate di imprese europee, dato che i suoi meriti sono ampiamente condivisi in tutte le varie nazioni. Quello che solo un anno fa era un framework nebuloso al quale pochi sembravano prestare attenzione, è ora di grande interesse grazie all’ampia diffusione del cloud. Se le aziende riusciranno ad adottare il framework SASE in modo corretto, le sfide di sicurezza che stanno affrontando attualmente potrebbero diventare un ricordo del passato».
Passaggio al cloud, pardon: al multi-cloud
Il Report Zscaler ha anche rilevato che il passaggio al cloud è stato, più specificamente, un passaggio al multi-cloud. In media, quasi la metà (49%) degli intervistati ha dichiarato di operare in un ambiente multi-cloud con due fornitori di servizi cloud, mentre un terzo ha già tre fornitori.
Attualmente solo il 13% utilizza un solo fornitore di cloud. Paese per Paese ci sono differenze in tal senso: la Svezia (52%) e i Paesi Bassi (42%) sono i più diversificati, essendo già passati a tre fornitori di servizi cloud, seguiti dal Regno Unito con il 30%. In Italia e in Germania, la maggior parte degli intervistati opera con due fornitori di servizi cloud. La sfida più grande da affrontare in una configurazione multi-cloud (36%) è la loro sicurezza.