Dall’ultima survey Fluentify e European School of Economics emerge che per quasi la metà (46%) degli HR manager italiani lo scoglio principale della trasformazione digitale è il cambiamento della cultura aziendale. La formazione in azienda cambia modello, per il 58% di chi l’ha implementata ora è completamente online.
In Italia solo un’impresa su due ha allocato budget dedicati a progetti di trasformazione digitale nonostante l’emergenza Covid-19 li abbia resi necessari per sostenere i nuovi modelli di gestione aziendale. È quanto emerge dalla ricerca “People, Process, Place: l’impatto della digitalizzazione e la trasformazione del ruolo degli HR” realizzata da Fluentify, azienda che opera nel settore della formazione aziendale, insieme a European School of Economics, business school privata di stampo britannico con una sede a Milano.
Se il 43% degli HR manager ha rilevato un’accelerazione dei processi di digitalizzazione della propria azienda a causa dell’emergenza sanitaria, gli investimenti in tal senso non sono invece al passo e questo a causa in particolare (risposta data dal 46% di HR partecipanti al sondaggio) da difficoltà nel cambiamento della cultura aziendale.
Come sottolineato in una nota ufficiale da Giacomo Moiso, CEO di Fluentify: «È un momento particolare e complesso per il settore delle risorse umane che devono gestire cambiamenti radicali in breve tempo cogliendone le opportunità. Il ruolo dell’HR è quindi sempre più strategico, la costruzione di una employee experience efficace fondamentale, così come avvalersi di partner capaci di accompagnare le trasformazioni aziendali con velocità, flessibilità ed efficacia».
Formazion online: custome e su larga scala
Le modalità di lavoro, modificate in breve tempo dall’emergenza sanitaria, stanno cambiando anche il mondo della formazione che deve dimostrarsi al passo con le nuove esigenze di flessibilità e distanziamento. Il 26% delle imprese, a oggi, non ha ancora implementato un progetto di formazione online e il 57% sta correndo ai ripari con l’intenzione di attivare il prima possibile un sistema di e-learning efficace.
Gli HR ritengono prioritaria (69% dei partecipanti) la customizzazione del percorso di formazione per andare incontro a flessibilità e personalizzazione nonché (68%) la qualità di docenti e tutor. Importante anche la semplicità di utilizzo delle piattaforme (39%) e la possibilità di utilizzo su larga scala nonchè di un unico partner per l’intera azienda.
Formazione linguistica e manageriale
La formazione linguistica in azienda è già abituata all’online e l’ultima accelerazione verso il digitale ha confermato un trend già evidente negli ultimi anni. Tra il 72% di coloro che hanno dichiarato di aver implementato un corso di formazione linguistica in azienda, il 58% lo ha fatto sotto forma integralmente digitale, il 38% in formula blended (mix tra in presenza e digitale) e solo il 7% in presenza.
Diversa invece la formazione manageriale: il 20% degli HR ha dichiarato di aver scelto per la formazione del top management corsi in presenza o corsi che mixano una formazione in presenza e una formazione da remoto (28%). Anche nella formazione per i “piani alti” la flessibilità è il requisito più richiesto (60%) dai responsabili della formazione seguita a breve distanza dalla qualità dei tutor (57%) e la modalità di somministrazione.
Per Donatella Lorato della European School of Economics di Milano: «Il 2021 sarà un anno di sfide e di confronto con un cambiamento radicale. Il 55% dei professionisti delle risorse umane vede l’adattamento ai cambiamenti (reskilling) e la crescita delle competenze dei singoli (upskilling) come uno degli aspetti più importanti così come il coinvolgimento dei dipendenti (52%), un fattore sempre più determinante per rendere un contesto fluido e stimolante. Parametri che dovranno essere monitorati per sviluppare un’offerta formativa che soddisfi le reali esigenze di crescita dell’individuo all’interno dell’organizzazione che rappresenta».