Con l’obiettivo di contenere il più possibile il contagio da Coronavirus, praticamente in tutto il mondo sono state applicate ordinanze di distanziamento sociale e auto isolamento. Così, gran parte della nostra vita si è letteralmente trasferita online. Grazie a Internet, usiamo le video chat per parlare con i nostri familiari e amici, facciamo corsi di formazione, ordiniamo generi alimentari, beni di prima necessità, lavoriamo da casa, tutto si svolge online. Le applicazioni di messaggistica istantanea, le piattaforme di e-learning, i siti e-commerce e gli strumenti di collaborazione aziendale si affidano a Internet e all’infrastruttura cloud per scalare e adattarsi alle esigenze del mercato. Cisco ha stimato che entro il 2021, il 94% del carico di lavoro e delle istanze di calcolo saranno elaborati dai data center cloud.
Cosa rende dunque il cloud computing diverso dall’infrastruttura IT tradizionale cosiddetta on-premise?
Il cloud è gestito, scalabile e ibrido. Non importa dove si trovino le tue applicazioni, puoi semplicemente occuparti dei servizi che fornisci ai tuoi clienti, 24 ore su 24, sette giorni su sette. Da quando il Covid-19 ha influenzato le nostre vite, è cresciuta la consapevolezza del ruolo strategico dei data center nel supportare le infrastrutture critiche come le reti elettriche nazionali, le raffinerie di petrolio e di gas, gli impianti chimici e gli ospedali, solo per citarne alcune.
Ai data center non è consentito fallire.
Gli operatori devono assicurare una disponibilità totale del servizio 24 ore su 24, 7 giorni su 7, rispondere rapidamente alla crescita della domanda di capacità, gestire siti non presidiati, ridurre le emissioni inquinanti e, al contempo, fare fronte alla crescente complessità e alle minacce legate alla cybersecurity. Per coloro che hanno subito un’interruzione di servizio non pianificato nel corso degli ultimi anni, il danno medio è cresciuto progressivamente nel tempo arrivando a superare gli 8.000 euro al minuto – secondo il Ponemon Institute – senza considerare gli effetti indiretti come la perdita di reputazione, i reclami dei clienti e gli elevati costi di riparazione dei dispositivi IT.
Come assicurare affidabilità
Che cosa genera questi guasti? L’Uptime Institute ha rivelato che i problemi elettrici hanno caratterizzato il 36% delle interruzioni di servizio di cui si è avuta pubblica notizia dal 2016 al 2018. Lo studio ha evidenziato inoltre che nell’80% dei casi, le interruzioni si sarebbero potute evitare. Il fattore umano – si rileva nel documento – rimane rilevante, nonostante gli elevati livelli di automazione e controllo. La necessità di energia affidabile si conferma quindi un prerequisito fondamentale per la progettazione e il funzionamento ottimale dei data center. Questi sono alcuni aspetti che prenderemo in considerazione qui di seguito.
Iniziamo dalla generazione di energia. Il mondo dell’energia sta cambiando, creando nuove opportunità per aziende, organizzazioni e comunità che sono in grado di produrre energia ovunque e, se necessario, operare disconnesse dalla rete elettrica. Quando produci e gestisci la tua energia, i tuoi costi sono prevedibili, hai un impatto diretto sulla sostenibilità e non sei costretto a fare i conti con la disponibilità di rete. Con un impatto ambientale più basso rispetto alle reti elettriche tradizionali, le smart grid sono state progettate per essere intelligenti e semplici da gestire. La generazione di energia include asset quali i motori e le turbine a gas e gli impianti di energia rinnovabile. Le soluzioni energetiche on-site offrono una modalità migliore per gestire proattivamente il consumo energetico e aiutare a trasformare il tuo data center da passivo consumatore di energia ad attivo contribuente della rete elettrica.
Come possono i data center rendere la rete più affidabile?
Mentre i carichi di lavoro si spostano verso il cloud, i data center di nuova costruzione diventano sempre più grandi (hyperscale). Ci sono più di 500 hyperscale data center nel mondo. E il loro assorbimento energetico sta aumentando sempre di più, con conseguenze dirette sulla rete. Una modesta riduzione del carico di picco in un data center, attraverso programmi di Demand Response (DR) o Virtual Power Plant (VPP), potrebbe aiutare in modo significativo la rete a mantenere la propria affidabilità. Finora i programmi DR sono stati poco implementati nel settore dei data center, a causa della mancanza di ricerca sui possibili rischi e benefici relativi ad un loro utilizzo. Ma recentemente alcuni gestori di data center in Europa hanno deciso di partecipare ai DR, ottenendo così significativi risparmi energetici. Per quanto riguarda invece i VPP, questi sono un’alternativa valida per quegli operatori che non possono accedere direttamente ai programmi DR. Una piattaforma software abbina le esigenze della rete con l’eccesso di capacità di molteplici piccoli contribuenti. In questo modo gli operatori dei data center possono trarre guadagno da asset che generalmente sono in larga parte poco utilizzati.
Come si riduce il rischio attraverso la misurazione della qualità dell’energia?
I dispositivi elettronici e i sistemi di automazione sono sensibili alle variazioni e ai cali di tensione nell’alimentazione energetica, spesso causati da connessioni impreviste di fonti energetiche rinnovabili e/o grandi carichi elettrici. Un guasto nella distribuzione elettrica può innescare un effetto domino negativo sulla continuità di servizio. La misurazione e l’analisi costante della qualità energetica può ridurre questo rischio e al tempo stesso identificare tempestivamente eventi inattesi. Gli operatori possono ricevere una notifica istantanea nel caso si dovessero manifestare disturbi alle armoniche, transitori, cali o disturbi di tensione. Inoltre, possono realizzare logiche intelligenti per definire allarmi personalizzati, controllo della domanda, correzione automatica del fattore di potenza o previsioni di carico.
L’analisi e il monitoraggio può essere effettuato da un sistema software per la gestione dell’energia (EPMS), in grado di visualizzare le acquisizioni delle forme d’onda con risoluzione millimesimale, individuare la fonte del disturbo e tracciare ampiezza e durata di tutti gli eventi di qualità di potenza.
L’integrazione nativa di un EPMS all’interno di una piattaforma multidisciplinare per la gestione dell’infrastruttura fisica può generare risparmi significativi in termini di costi ed allo stesso tempo migliorare l’esperienza dell’utente. Questo consente agli operatori di poter usare un’unica interfaccia per la gestione e il funzionamento di una infrastruttura affidabile, enfatizzando ulteriormente la trasparenza dei dati, la governance multidisciplinare, l’ottimizzazione delle prestazioni energetiche e il miglioramento generale delle operation.