Di Vittorio Bitteleri, Country Manager di Commvault Italia
Quando tutte le pubblicità – dalla stazione della metropolitana, ai taxi – e ogni post su Twitter e LinkedIn sottolineano l’importanza del cloud computing e dei suoi vantaggi per le aziende, potrebbe essere complesso definire la combinazione di soluzioni cloud ideale per gestire set di dati, workload e applicazioni critiche e tecnologie emergenti (tra cui AI, IoT o blockchain).
In base ai dati di Gartner, la spesa IT destinata a soluzioni cloud crescerà in modo più rapido di quella tradizionale entro il 2022, anno in cui il cloud raggiungerà una percentuale del 28%, salendo dal 19% del 2018, e in cui le aziende non dotate di una strategia cloud non saranno in grado di tenere il passo dei concorrenti.
Inoltre, i CIO sono consapevoli che le soluzioni cloud di un unico fornitore sono sempre meno adatte ad affrontare le sfide attuali legate ai dati e le esigenze aziendali del futuro. In una recente ricerca, IDC ha scoperto che il volume di dati sulla terra aumenterà dai 33 Zettabyte (ZB) del 2018 a 175 ZB entro il 2025, metà dei quali saranno archiviati in un cloud storage pubblico.
Non sarà affatto semplice gestire Terabyte di dati su ambienti differenti con un unico cloud provider, immaginiamoci farlo con Zettabyte di dati differenti, distribuiti in ambienti di cloud pubblici, privati, ibridi e con numerosi SLA da rispettare.
Insieme alle persone, i dati sono diventati l’asset più importante per l’operatività aziendale nella digital economy attuale. Il passaggio al cloud è stato un fattore abilitante della trasformazione digitale negli ultimi dieci anni, ma l’utilizzo di un sottoprodotto (sempre più multi-cloud) ha creato sfide senza precedenti nella gestione, utilizzo e protezione dei dati.
La responsabilità dei dati è una delle sfide principali affrontate dalle aziende, ma spesso gli strumenti tradizionali non la semplificano quando si tratta di gestire i carichi di lavoro su ambienti cloud diversi o piattaforme multiple. Ci sono molte soluzioni di nicchia che operano in specifici ambiti, ma questo approccio univoco non incoraggia il vendor lock-in e aumenta la complessità invece di ridurla?
Minimizzare il lock-in, garantire servizi resilienti e opportunità di migrazione, offrire agilità, scalabilità ed elasticità… Approcciare il cloud ibrido e il multi-cloud non sarà più una questione di “se”, ma di “quando”, alimentando la necessità di adottare una gestione dei dati che possa garantirne la protezione e l’amministrazione su qualsiasi piattaforma o infrastruttura cloud risiedano.
In un ambiente multi-cloud e ibrido, in cui il cambiamento è l’unica costante, la capacità di proteggere i dati, spostarli facilmente, ripristinarli e avere visibilità di tutti gli asset è fondamentale per il successo di un’azienda, per incrementare le attività e tenere il passo in un mercato sempre più competitivo.