Le voci sollevate qualche mese fa sembrano aver trovato conferma nelle pagine del Wall Street Journal (WSJ): secondo il quotidiano l’antivirus russo Kaspersky sarebbe stato usato da hacker al soldo del Cremlino per rubare dati all’agenzia governativa statunitense NSA (National Security Agency). L’obiettivo sarebbe quello di scoprire come gli USA penetrano nei network informatici stranieri e capire come si difendono dagli attacchi cibernetici.
La vicenda risale al 2015 ma è stata scoperta solo nella primavera del 2016. Le fonti del WSJ hanno affermato che grazie alle informazioni reperite tramite il software per la sicurezza russo gli hacker russi sono facilitati nelle attività di penetrazione nei network americani, consentendo anche alla Russia di superare con maggiore semplicità i controlli dell’NSA ed entrare nei sistemi americani, dove si trovano informazioni altamente sensibili e classificate. Non è trascurabile, inoltre, il fatto che i dati rubati potrebbero servire anche per accedere a network di altri Paesi.
Kaspersky Lab, intanto, ha provveduto a smentire in maniera immediata le accuse affermando che “nessuna prova è stata fornita alla nostra azienda che dimostri il coinvolgimento di Kaspersky Lab nel presunto avvenimento riportato dal Wall Street Journal il 5 ottobre 2017, ed è molto spiacevole che continui questa copertura media di dichiarazioni non dimostrate che perpetuano le accuse alla società”.
"Come società privata, Kaspersky Lab non ha nessun legame non adeguato con alcun governo, compresa la Russia, e sembra che l'unica conclusione possibile sia che Kaspersky Lab sia stata inserita in una lotta geopolitica”.