Si chiama Cooling Valley ed è un’area del nord dell’Italia che produce da sola il 70% della produzione di freddo a livello europeo. Proprio lì, a Conselve, in provincia di Padova, sorge un sito che si estende su 25.000 metri quadrati e che è la casa di Uniflair, azienda acquisita da Schneider Electric nel 2010, e che rappresenta il primo centro italiano ed il terzo a livello mondiale della società. Un centro importante sia dal punto di vista della produzione, ma anche della ricerca e sviluppo. Un’area che ha visto forti investimenti nell’ultimo anno e mezzo, culminati nel lancio di una serie di nuovi prodotti proprio per il freddo, ma non solo. Presso la sede Schneider di Conselve, infatti, accanto alla produzione di condizionatori, chillers e pavimenti sopraelevati, sono nati nel corso del tempo una Cooling Academy (un laboratorio attivo in ambito formativo per venditori e installatori), una computer room air conditioning (un’area dedicata a misurare le performance e i vincoli di funzionamento dei prodotti al fine di validare la macchina prima della spedizione al cliente) e una cabina per il collaudo dei sistemi a cui si affiancherà in breve tempo una cabina centralizzata per grossi chillers.
Lo specialista del freddo
“Schneider Electric è cresciuta nel corso degli anni mediante una serie di acquisizioni (APC e Uniflair ) che ci hanno fatto ereditare un forte know how per il freddo di precisione – spiega Attilio Masoch, Europe Business Developer DC & Industrial Solution di Schneider Electric -. Il nostro core business è infatti rappresentato dal raffreddamento di sistemi in applicazioni critiche. Produciamo: refrigeratori, pompe di calore, unità di raffreddamento sui rack (unità in row), pavimento sopraelevato, unità di raffreddamento operativo, condizionatori di precisione, compartimentazione e sistemi di distribuzione dell’aria”.
EcoFlair Indirect Air Economizer
Una gamma già ampia ma che si è ulteriormente rafforzata con il lancio di EcoFlair Indirect Air Economizer, un sistema studiato per ridurre il consumo energetico all’interno dei data center (il 40% dell’energia nei centri dati è attualmente usata per il raffreddamento, un dato che fa apparire chiaro come le aziende debbano andare sempre di più nella direzione dell’adozione di sistemi più sostenibili). La “macchina”, che possiamo vedere proprio all’interno dello stabilimento, sfrutta la combinazione dell’aria esterna e dell’evaporazione dell’acqua per ridurre il più possibile i consumi energetici senza miscelare l’aria esterna con quella interna del data center. Un sistema di free cooling che mantiene basso il PuE (l’indice che misura l’utilizzo effettivo della potenza elettrica nel data center) e garantisce un risparmio del 30% di energia rispetto ai sistemi tradizionali.
“Le nostre soluzioni non sono solo per applicazioni critiche – precisa Masoch -, ma anche per altri ambiti: data center, aeroporti, infrastrutture, industrie, oil & gas, ovunque si generi energia, compreso l’ambito comfort, come hotel, uffici, strutture del sistema finanziario. Il nostro obiettivo è quello di partire dalle applicazioni critiche per poi utilizzare le soluzioni ovunque c’è bisogno di freddo, il tutto all’interno di una gestione integrata, customer centric e nata con il fine di portare valore al cliente”.
La filosofia EcoStruxure
Una filosofia che si declina nel concetto di EcoStruxure, “un approccio – continua Davide Zardo, Vice President It Division di Schneider Electric Italia – assolutamente integrato ma verticale. Schneider approccia svariati segmenti di mercato: dal mondo data center e delle reti, al mondo dell’industria, sfruttando il concetto di Industry 4.0, delle Smart Grid e degli edifici intelligenti. Un approccio verticale basato sulla proposta di soluzioni connesse e connettibili, aperte, ma che hanno la possibilità di essere gestite localmente e quindi di far convergere tutti i dati in un terzo layer considerato un data analytics, permettendo di sfruttare al meglio l’opportunità delle proprie soluzioni e soprattutto delle infrastrutture convergenti”.
Quello che è importante sottolineare è che Schneider, attiva sul mercato da più di 180 anni e riconosciuta come specialista globale nella gestione dell’energia e dell’automazione, combina energia, automazione e software in un’unica piattaforma che propone prodotti connettibili con protocolli aperti, integrati e integrabili ed end-to-end: una soluzione integrata ma diversa per ogni mercato basata su tre layer in un’ottica di integrazione hardware e software.
Pavimentazioni sopraelevate per limitare i danni in caso di sisma
Nel corso della giornata Massimo Galbiati, Director of Data Center/Secure Power & It Partners at Schneider Electric, ha anche presentato l’ultimo prodotto sviluppato in ambito pavimenti sopraelevati per contenere i danni in caso di terremoti, pensati per uffici e data center.
“Abbiamo rilasciato una nuova soluzione sviluppata dal nostro dipartimento di ricerca e sviluppo e brevettata con l’intento di realizzare una struttura di uffici con pavimenti resistenti a quelle che possono essere le sollecitazioni causate da un evento sismico – spiega Galbiati -. In questo modo, rispettando le direttive imposte dagli enti preposti, riusciamo a rafforzare la struttura del pavimento sopraelevato col nostro brevetto e a realizzare un’installazione che possa rappresentare una via di fuga sicura per tutti quanti si trovino all’interno degli uffici”.
In ambito data center sono state invece sviluppate due soluzioni: una di smorzamento degli eventi sismici che permetta alle persone di trovare un piano di calpestio sicuro in caso di fuga dal terremoto e che consenta di mantenere i rack nella loro posizione originale, mentre l’altra è una soluzione di smorzamento che consente di assorbire tutte le onde dell’evento sismico e di far funzionare gli apparati It durante il terremoto, garantendo continuità di servizio oltre che la sicurezza delle persone.