Inaugurato per la prima volta tredici anni fa, a San Diego, in California, oggi VMworld rappresenta, da sempre, una fonte di anticipazioni sul futuro e sui trend del mercato dell’Information Technology.
A pochi mesi dal principale evento di VMware, che si terrà dal 27 al 31 agosto a Las Vegas, e dall’11 al 14 settembre a Barcellona, la società ha voluto ripercorrere la storia di quello che è diventato un appuntamento in cui si è fatta la storia della virtualizzazione prima, del cloud computing poi.
La prima edizione del VMworld già richiamata alla memoria è quella di San Diego, California, nel 2004, in cui erano presenti 1.500 partecipanti: una cifra che fa sorridere rispetto alle 23.000 intervenute negli Stati Uniti e alle oltre 10.000 a Barcellona dello scorso anno.
Una crescita che riflette l’evoluzione della strategia e dell’offerta di VMware: nel 2004 l’azienda iniziava a parlare di virtualizzazione dei server, e il messaggio faticava ancora a passare. Oggi, invece, i temi si chiamano cloud computing, datacenter interamente definito dal software in tutte le sue componenti, reti e storage, fino a concetti un tempo lontani dalla strategia VMware, come sicurezza, mobility, IoT.
Una storia lunga tredici anni (di innovazione continua)
Il claim del primo VMworld è “Join the Virtual Evolution”. Tra i relatori della Keynote Session figurano Diane Greene, presidente e co-fondatore dell’azienda, insieme al marito, Mendel Rosenblum, capo scienziato e co-fondatore di VMware. La grande notizia è che la società è stata acquisita da EMC. Quell’anno VMware viene definita come “un innovativo fornitore di piccole dimensioni in gran parte sconosciuto al di fuori di una cerchia entusiasta di clienti e professionisti del datacenter”. Alcune tecnologie di base del tempo, come Virtual Center, vMotion e Virtual SMP, sono disponibili da circa un anno.
VMworld 2005 – Las Vegas, Nevada
All’evento sono presenti 51 sponsor. Il tema è “Virtualize now” e Diane Greene annuncia VMware ESX Server 3, lo storico hypervisor dell’azienda, e VMware VirtualCenter 2, il software di gestione dei server per l’infrastruttura virtuale, due importanti release di prodotto. Viene anche annunciato VMware Player, un prodotto gratuito che permette di gestire e condividere il software in una macchina virtuale su un pc Windows o Linux. Partecipano all’evento 3.500 persone.
VMworld 2006 – Los Angeles, California
In un solo anno i partecipanti raddoppiano e raggiungono la ragguardevole cifra di 7.000 presenze. Non si tratta solo di un numero, ma della dimostrazione che VMware sta facendo qualcosa di significativo per il mercato It, sviluppando soluzioni rivoluzionarie, destinate a segnare l’evoluzione della tecnologia in azienda. La virtualizzazione sta prendendo piede, sempre più clienti la scelgono per ottimizzare i carichi di lavoro e rendere più efficienti i propri server. Nel keynote Diane Greene insiste molto sul concetto del Software as a Service (SaaS).
Uno dei grandi annunci nello show è il Virtual Appliance Marketplace e il Programma di Certificazione, un programma di storefront e certificazione per virtual appliance. Viene, inoltre, presentato VMware Lab Manager, frutto della recente acquisizione di Akimbi Systems.
VMworld 2007 – San Francisco, California
Dai 7.000 partecipanti del 2006 si passa a 10.800 persone. Il tema del 2007 è “Embracing your virtual world”: la virtualizzazione sta diventando realtà. Fra le novità presentate, l’introduzione di ESX Server 3i (ESXi), un prodotto chiave per VMware che consente all’azienda di consolidare ulteriormente la propria posizione di leadership nei confronti dei concorrenti, di Virtual Desktop Manager per la virtual desktop infrastructure (VDI) e di Site Recovery Manager.
Una curiosità: all’ingresso del Solutions Exchange è esposto un gigantesco murales a gesso dell’artista newyorkese Brian Rea di 18×5 metri.
VMworld 2008 – Las Vegas, Nevada, e Cannes, Francia
Il Nuovo CEO dell’azienda è Paul Maritz, che nel keynote annuncia i temi su cui ci si focalizzerà negli anni a seguire: il cloud computing, la VDI e la virtualizzazione del datacenter. Vengono annunciati Virtual Data Center O, vCloud e vClient. Partecipano 14.000 persone. È anche l’anno in cui il VMworld sbarca in Europa, a Cannes, dove sono 5.000 le persone che partecipano all’evento. E già nel 2008 l’Italia contribuisce con ottimi numeri: sono circa 50 i clienti arrivati dal nostro Paese quell’anno.
Una survey condotta sui partecipanti testimonia l’elevata soddisfazione per l’evento: il 97% dichiara di volerlo raccomandare ad altri, l’85% conferma l’interesse a partecipare all’edizione 2009 e il 63% lo giudica migliore rispetto a qualunque altra conferenza del 2008.
VMworld 2009 – San Francisco, California e Cannes, Francia
“Hello freedom”: è questo lo slogan del VMworld del 2009, che ha l’obiettivo di mettere in evidenza la capacità della virtualizzazione di mettere in grado i professionisti It di liberarsi delle limitazioni tecniche del computing tradizionale, supportando quelle figure che sanno sfruttare la virtualizzazione per trasformare le possibilità in realtà. Migliaia di clienti VMware in tutto il mondo stanno trasformando le loro organizzazioni dicendo addio all’inflessibile e inefficiente approccio tradizionale alla gestione delle risorse e dando il benvenuto a un futuro di infinite possibilità alimentate dalla virtualizzazione.
Nel suo keynote, Paul Maritz spiega l’importanza di ridurre le complessità di gestione dei datacenter ed evidenzia gli investimenti continui di VMware nel cloud computing.
Molte le novità tecnologiche presentate anche in questa edizione. Tra queste, VMware vCenter, che promuove una nuova era della gestione It per guidare l’agilità aziendale; VMware Go, un nuovo servizio che renderà la virtualizzazione ancora più facile per gli utenti; VMware vCloud Express, per un’infrastruttura on-demand, pay-as-you-go come servizio.