La sicurezza è la prima preoccupazione del senior management delle aziende quando si tratta all’adozione del cloud per i dati, ma nonostante ciò è probabile che più della metà dei dati business-critical risiederà in cloud entro il 2019. Secondo i risultati di un nuovo studio pubblicato oggi da Teradata, società specializzata in soluzioni per analytics, otto su dieci senior manager citano la sicurezza come la loro preoccupazione maggiore quando si tratta di memorizzare i dati in cloud. Nonostante ciò, si registra un enorme aumento della quantità di dati critici che vengono memorizzati in cloud e anzi, prolungando lo sguardo al 2019, i senior manager prevendono che oltre la metà dei dati relativi a IT (23%), clienti (53%) e finanza (51%) risiederà in cloud.
Lo studio mette in evidenza che, anche se le aziende sono intenzionate a investire in cloud storage e molte di loro intendono farlo nel corso dei prossimi due anni, rimane una grande preoccupazione per la sicurezza delle informazioni e per eventuali violazioni dei dati. La ricerca ha identificato alcuni trend importanti:
• Sicurezza e mancanza di controllo sono i primi ostacoli che frenano l’archiviazione dei dati critici in cloud:
– il 40% degli intervistati afferma che la sicurezza in generale è un rischio, mentre il 25% di loro ritiene che l’adozione dei dati in cloud si tradurrà in ulteriori violazioni della sicurezza.
– Un quarto degli intervistati ritiene che l’adozione dei dati in cloud si tradurrà in mancanza di controllo.
– il 22% ha problemi con l’assunzione di personale supplementare necessario per passare al cloud.
• Nonostante ciò, il cloud storage è destinato ad aumentare significativamente nei prossimi due anni:
– Anche se il 58% dei dati provenienti dalle aziende intervistate risiede già oggi in cloud, l’utilizzo del cloud aumenterà nei prossimi due anni visto che tre aziende su dieci a livello globale predicono un aumento significativo dei dati nel cloud entro il 2019.
• La maggior parte dei dati legali non è archiviato in cloud:
– I dati legali sono archiviati per la maggior parte su server fisici, e solo il 27% delle imprese intervistate conta di spostare i propri dati legali in cloud nei prossimi due anni.
• Il settore Telco sta facendo lo sforzo maggiore con il cloud, e anche il MarComm si muove in questa direzione all’interno delle aziende:
– il 48% delle aziende intervistate conferma un aumento significativo del loro uso del cloud storage entro il 2019.
– il 48% dei reparti marketing e comunicazione delle aziende intervistate aumenterà il volume di dati memorizzati in cloud entro il 2019.
• l’Healthcare sposterà i dati dei suoi clienti nel cloud, mentre le Utility daranno priorità ai dati IT e R&S:
– il 59% degli intervistati ha risposto che il settore sanitario sposterà i dati dei clienti nel cloud nei prossimi due anni.
– le Utility daranno la priorità alla migrazione in cloud dell’infrastruttura IT (64%) e dei dati
R&S/Engineering (52%).
“Il nostro messaggio alle organizzazioni di tutto il mondo è che il cloud è in realtà uno dei mezzi di storage virtuale più sicuri che abbiano a disposizione. Mentre il nostro studio rileva preoccupazioni diffuse, i fatti dicono che il cloud storage è in rapida crescita, è estremamente cost-effective e che ci sono modalità sicure per la sua gestione – afferma Marc Clark, direttore della Cloud Strategy and Deployment di Teradata -. I processi di sicurezza informatica del cloud computing devono essere progettati per affrontare i
controlli di sicurezza che il fornitore di cloud incorporerà, al fine di mantenere la sicurezza dei dati, la privacy e la conformità con le normative, oltre a fornire business continuity e un piano di backup dei dati. Identificando le barriere all’interno del business che ne ostacolano l’adozione, ed evidenziando come e dove il cloud storage è in grado di creare opportunità positive, vogliamo rassicurare di come il cloud storage sia un modo sicuro e conveniente per memorizzare le informazioni aziendali”.